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Il Dio fluviale di Michelangelo torna all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Una rinascita che racconta la grandezza del Rinascimento.
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Il ritorno di un capolavoro rinascimentale
Per G-Channel Torino, abbiamo incontrato Lina Schettini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, in occasione della presentazione del Dio fluviale di Michelangelo, una delle opere più affascinanti e rare del grande maestro fiorentino.
“Il Dio fluviale è un pezzo straordinario – spiega Schettini – originato da Michelangelo con l’intento di far parte del complesso scultoreo della Sagrestia Nuova di San Lorenzo, accanto alle tombe di Lorenzo e Giuliano de’ Medici. Un progetto che non fu mai completato, ma che ci restituisce l’essenza più viva del suo linguaggio artistico”.
Il modello e la sua storia
Si tratta di un modello preparatorio che Michelangelo modellò con le proprie mani, lasciando impressa tutta la forza plastica e la tensione del corpo umano che lo contraddistinguono.
“Nel modellato – sottolinea Schettini – si riconoscono ancora i segni della gradina, il vigore e la potenza del gesto michelangiolesco”.
Il modello, donato da Bartolomeo Ammannati all’Accademia, ha vissuto nei secoli una storia complessa: custodito, perduto, ritrovato e infine restaurato. Dopo l’esposizione a Casa Buonarroti e a Palazzo Vecchio, torna ora definitivamente a casa, in una sala rinnovata grazie a una campagna di raccolta fondi che ha coinvolto istituzioni e privati.
L’allestimento e le opere in mostra
Il nuovo allestimento, visitabile dal 19 ottobre, offre un percorso immersivo che accosta al Dio fluviale due opere di grande valore:
- 
	la lunetta con la Natività di Francesco Granacci, amico e primo scopritore del talento di Michelangelo; 
- 
	un Crocifisso ligneo policromo, recentemente restaurato e attribuito alla scuola dei Sangallo, colleghi e rivali del Buonarroti. 
“In questa sala – conclude Schettini – convivono tre protagonisti del primo Cinquecento fiorentino, riuniti nel nome di Michelangelo”.
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