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Editoriale del PD Collegno
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Destra e Sinistra


Destra e Sinistra
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Da un paio di decenni a questa parte ricorre un singolare fenomeno: tanti poveri votano per la destra politica nonostante non siano stati emanati da questi provvedimenti a loro favore e anzi siano state drasticamente ridotte le tutele sociali e dei servizi pubblici.

Da più parti si sollevano ipotesi sul perché, provo anch’io a esperire questo esercizio.

Si ipotizzi che “la sinistra” abbia perduto consensi perché ha trascurato la difesa dei ceti popolari o che quella funzione storica sia venuta meno perché il proletariato è praticamente scomparso essendosi trasformato in una massa informe priva di coscienza di classe e preoccupata solo della sua individuale condizione economica e sociale e adesso quella fazione politica non sappia più quali argomenti proporre per emancipare e migliorare quella parte ancora preponderante di società civile e che quindi quest’ultima si vendichi astenendosi alle urne o preferendo l’opposta fazione.  

Questa tesi può non apparire convincente in quanto appare inverosimile che questi elettori non percepiscano di votare per chi li impoverisce, li licenzia, li considera minus habens, gli tolga quel minimo di sicurezza offerto in passato dalle politiche di Welfare. Una parte di quell’elettorato “povero” magari non avrà contezza della politica economica dell’ultradestra anche tecnocratica se si vuole fare riferimento agli esiti delle ultime elezioni americane formata organicamente da ultramiliardari monopolisti ma gli avrà sorto il dubbio certamente che questi soggetti non potranno mai rappresentare i loro interessi.  

Forse la risposta a questi dilemmi non va ricercata solo in una lettura solo economica della politica. Ci sono sicuramente delle componenti sentimentali, culturali, psicologiche, ideologiche che possono spiegare questa enorme anomalia.

Nel disordine, nel mutamento, nella confusione, “tornare alle buone vecchie cose di una volta” consola e rassicura, è una luce nelle tenebre, e poco importa che le buone vecchie cose di una volta non fossero poi così buone, anzi.

Solo questo può spiegare il successo della destra reazionaria, il passato appare migliore e più protettivo di oggi a causa del distorto ricordo dei fatti del passato.

Essendo quindi la domanda politica, non solo economica ma anche ideologica, questa esige che si abbiano idee sul mondo e sulla società. Due cose fondamentali i progressisti, da sempre, e tanto più adesso, hanno da contrapporre ai reazionari: il cosmopolitismo, che è il contrario del nazionalismo, e la curiosità per le cose che cambiano, che è il contrario della paura che le cose cambino. Bene anzi benissimo battersi per salari decenti (quelli italiani sono indecenti) e per il Welfare. Ma battersi per il futuro, e contro il feticismo del passato che è la bandiera dei reazionari, è almeno altrettanto importante. Sapere da che parte stare non è banale tifo politico. È proprio una maniera di vedere il mondo, e di stare al mondo.

 

L’ideologia, l’ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È il continuare ad affermare
Un pensiero e il suo perché

 

Roberto Merico

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