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Carla Cavicchini
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Villa La Torre: storia, cucina e autenticità nel cuore di Capannoli


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Mappa Interattiva - dove le persone incontrano le attività

Scopri Villa La Torre a Capannoli con Carla Cavicchini: storia, cucina toscana autentica e il celebre cinghiale in umido in un racconto tra gusto e tradizione.

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Villa La Torre: viaggio nella storia e nei sapori con Carla Cavicchini

La giornata sta per concludersi quando Carla Cavicchini, nel tour enogastronomico di G-Channel, raggiunge Villa La Torre di Capannoli, una dimora che non è solo un ristorante, ma un frammento vivo della storia toscana. L’atmosfera è morbida, tra luci calde e profumo di legna.


Tra storia e suggestione: la villa che racconta secoli

Inoltre, Villa La Torre custodisce un passato complesso e affascinante.
Un tempo stalla del 1400, la struttura si è sviluppata attorno a una torre militare, oggi non più visibile ma riconoscibile dallo spessore delle mura interne. Le pietre, provenienti dalla vicina Fiume Era, parlano di maestranze locali e di un’architettura evolutasi tra Quattrocento e Ottocento.

La villa è appartenuta nei secoli a diverse famiglie Upezzinghi, poi ai Lampi Luci, quindi ai Dal Rosso, intrecciando storia nobiliare e testimonianze architettoniche che emergono ancora negli ambienti più antichi: la tinaia, la limonaia, le vecchie cantine che scorrono come un labirinto sotto i pavimenti.


La filosofia di cucina: tradizione, autenticità, lentezza

Dal 2005, la villa ha riaperto le porte grazie alla passione di Gianni Russo e Lina Aspanò, che hanno trasformato lo spazio in un ristorante che unisce genuinità e rispetto della tradizione toscana.
Ogni piatto nasce da una filosofia chiara: valorizzare la semplicità, senza rinunciare al gusto.

Tra le specialità spicca il cinghiale in salmì, una ricetta che affonda le radici nella tradizione francese del Settecento, rielaborata nei secoli fino a diventare uno dei simboli della cucina toscana.

Gianni spiega con orgoglio:

  • Marinatura di una notte con spezie e odori
  • Cottura lenta di tre ore
  • Uso della spalla di cinghiale toscano, più equilibrata della coscia
  • Accompagnamento con olive, per un sapore corposo e autentico

Il risultato? Un piatto che richiama clienti da tutta la Toscana e non solo — persino turisti olandesi e tedeschi che in estate popolano la Volterrana.


L’incontro con Gianni Russo: custodire la tradizione

Carla dialoga con Gianni Russo, titolare del ristorante, che con naturalezza racconta la storia del luogo e dei suoi piatti.

“Noi siamo qui, sempre a disposizione. I clienti che vengono a mangiare il cinghiale tornano, e spesso arrivano anche da Livorno. La nostra è cucina semplice, ma fatta bene.”

Tra le proposte più richieste non manca neppure il ricco spaghetto al cartoccio con cozze, vongole, scampi e gamberi, sigillato in cottura per esaltarne profumi e sapori.


Un luogo dove storia e sapore si incontrano

Infine, Villa La Torre non è solo un ristorante: è una testimonianza viva del passato, un luogo in cui la storia incontra il gusto, e dove chi arriva non trova solo un piatto, ma un’esperienza immersiva.
Carla Cavicchini, con la sua sensibilità giornalistica, riesce a restituirne il fascino attraverso un racconto che dà voce ai protagonisti e alle pietre di questo edificio secolare.


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