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Un dialogo al Premio Semplicemente Donna rivela come il controllo della posizione stia diventando una nuova forma di pressione nelle relazioni tra adolescenti.
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Un confronto diretto con gli studenti
Nel corso del Premio Semplicemente Donna, la giornalista Carla Cavicchini ha incontrato un gruppo di studenti per affrontare uno dei temi più attuali della vita digitale dei giovani: il controllo attraverso lo smartphone. Il confronto si è trasformato in uno spazio di ascolto in cui i ragazzi hanno condiviso esperienze personali, mostrando quanto questa dinamica sia ormai parte della quotidianità.
Ha controllato la mia posizione 31 volte: la testimonianza
Una studentessa ha raccontato un episodio emblematico. Il suo ex fidanzato controllava costantemente la sua posizione, inviando notifiche e messaggi carichi di irritazione quando lo spostamento non coincideva con ciò che lui si aspettava. Il momento decisivo è arrivato quando lei ha scoperto che, in un solo giorno, lui aveva verificato la sua posizione ben trentuno volte. È stato allora che ha deciso di bloccare la condivisione e, successivamente, anche le sue chiamate. Un gesto di autodifesa che mette in luce quanto rapidamente il confine tra attenzione e invasione possa essere superato.
Dalla preoccupazione al controllo
Durante l’incontro, un altro studente ha spiegato come talvolta la richiesta della posizione nasca da un sentimento di protezione. Racconta di aver voluto conoscere lo spostamento della propria partner quando lei era in moto, convinto di farlo per il suo bene. Tuttavia, come ha evidenziato Cavicchini, questo tipo di motivazione può facilmente trasformarsi in un meccanismo di controllo. È importante comprendere che cura e invadenza sono due piani diversi, così come lo sono il desiderio di proteggere e la necessità di sorvegliare.
Educare alla libertà digitale
Il dialogo ha mostrato come la normalizzazione di questi comportamenti rischi di alterare profondamente la percezione dei giovani sulle relazioni. Quando un partner chiede insistentemente di condividere la posizione o manifesta irritazione per una mancata risposta, non si tratta soltanto di gelosia, ma di una forma di pressione che limita la libertà dell’altro. Inoltre, la mancanza di consapevolezza può portare a confondere il controllo con l’affetto, favorendo dinamiche tossiche che si consolidano nel tempo.
Un tema che richiede consapevolezza
Le esperienze condivise dagli studenti dimostrano che il controllo digitale non riguarda solo la tecnologia, ma soprattutto la relazione con se stessi e con l’altro. Molti giovani non riconoscono immediatamente i segnali di una pressione crescente, soprattutto quando questa viene giustificata con motivazioni emotive. Tuttavia, comprendere questi meccanismi è essenziale per costruire rapporti più equilibrati e rispettosi.
L’incontro al Premio Semplicemente Donna ha offerto un importante momento di riflessione su un fenomeno in aumento tra gli adolescenti. Attraverso il racconto delle loro esperienze, i ragazzi hanno mostrato quanto sia urgente promuovere una cultura della libertà digitale, nella quale la tecnologia sia uno strumento di comunicazione e non un mezzo di controllo. Sensibilizzare le nuove generazioni su questi temi significa contribuire a relazioni più sane, fondate sul rispetto reciproco e su una consapevolezza più matura dei propri diritti e dei propri confini.
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