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Mario Martone racconta il suo Macbeth di Verdi: fragilità del potere, richiami all’attualità e la forza visiva di Mimmo Paladino.
Macbeth secondo Mario Martone
Abbiamo incontrato Mario Martone, regista che non ha bisogno di presentazioni, per parlare del suo nuovo allestimento del Macbeth di Giuseppe Verdi. L’opera, spiega Martone, è straordinariamente attuale perché affronta un tema universale: la fragilità psichica di chi governa.
Chi ambisce a un potere sempre più grande, infatti, diventa pericolosamente vulnerabile. Una condizione paradossale: chi dovrebbe avere solidità mentale è invece preda di paure e ossessioni.
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Il potere delle forze oscure
A condizionare Macbeth e sua moglie sono proprio le streghe, forze ancestrali che penetrano nella psiche dei protagonisti, orientandone le scelte e conducendoli verso il baratro.
Tuttavia, Verdi non si limita a indagare l’interiorità: squarcia questa dimensione oscura con grandi scene collettive. In esse appare il popolo che soffre per gli effetti della guerra, un’immagine che richiama inevitabilmente l’attualità.
Gaza e la contemporaneità
Martone non nasconde che il richiamo alla tragedia di Gaza sia inevitabile. Per questo, nello spettacolo, compaiono anche immagini dei bombardamenti: un parallelismo che trasforma il Macbeth in una riflessione viva sulla nostra epoca.
Mimmo Paladino e la forza visiva
Per questo allestimento, Martone ha voluto accanto a sé Mimmo Paladino, artista con cui ha collaborato più volte. La scelta non è casuale: Paladino lavora su una dimensione magica e ancestrale, capace di generare una potenza simbolica unica.
Il suo apporto visivo è fondamentale per un’opera come il Macbeth. Basti pensare al celebre “Trionfo della morte”, che esprime con forza il legame tra arte e destino, vita e dissoluzione.
Un’opera che parla al presente
Il Macbeth di Martone non è soltanto uno spettacolo lirico, ma una vera e propria meditazione sulla psiche del potere, sulla fragilità dei governanti e sulle conseguenze che ricadono sul popolo.
👉 Un invito a riflettere, attraverso l’arte, sul nostro tempo.
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