Molti consumatori abituali di Coca Cola riferiscono di saper riconoscere il suo gusto immediatamente e di trovarlo molto migliore rispetto alle concorrenti.
Tuttavia, numerosi test hanno messo in evidenza che, se a un campione di soggetti viene fatta assaggiare della Coca Cola e della Pepsi senza indicare la marca, ma facendo valutare solo il sapore, molti assaggiatori preferiscono la seconda alla prima.E ciò è vero anche per i consumatori abituali di Coca Cola. Come mai?
Da una parte, i test d’assaggio si svolgono in condizioni artificiali. Il consumatore, infatti, è abituato a bere la propria bevanda preferita in un contesto naturale, a casa seduto davanti alla TV, e in tale contesto la sua reazione rispecchia più fedelmente quello che sarà il suo comportamento quando il prodotto arriverà sul mercato11. Inoltre, si può fare riferimento al cosiddetto problema del transfert di sensazioni. Il consumatore non beve una semplice cola, ma
una Coca Cola. Partendo da queste considerazioni, Read Montague riprese il caso Coca Cola vs Pepsi, e sottopose a un test molto simile, ma con il supporto delle moderne tecnologie, 67 soggetti. A questi venne chiesto di assaggiare le due bevande in maniera anonima (assaggio cieco) e di dare una preferenza: il risultato fu una divisione dei risultati (circa il 50%, preferiva la Coca Cola e il restantela Pepsi); tuttavia nella seconda fase, quando l’assaggio delle bevande non era più in forma anonima, il risultato fu differente, con il 75% di preferenze a favore della Coca Cola. Questa volta, però, oltre ai dati comportamentali, i ricercatori ottennero dati neurofisiologici
attraverso l’uso della risonanza magnetica funzionale.Questo studio può essere considerato una vera e propria pietra miliare del neuromarketing
I commenti degli utenti:
Non sono presenti commenti di altri utenti