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Il lavoro dovrebbe essere uno spazio di crescita, collaborazione e dignità.
Eppure, per molte persone, si trasforma in un luogo di paura, isolamento e sofferenza silenziosa.
Questo accade quando si entra nel territorio del mobbing aziendale, una forma di violenza psicologica spesso sottovalutata, ma profondamente dannosa.
Cos’è il mobbing e perché è così difficile riconoscerlo
Il mobbing non è un singolo episodio, ma un insieme di comportamenti ripetuti e sistematici messi in atto sul luogo di lavoro con l’obiettivo (consapevole o meno) di umiliare, isolare o spingere una persona a lasciare il proprio ruolo.
Spesso non si manifesta in modo plateale, ma attraverso segnali sottili e costanti:
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esclusione dalle comunicazioni o dalle decisioni importanti
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svalutazione continua del lavoro svolto
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critiche ingiustificate o umilianti
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carichi di lavoro eccessivi o, al contrario, svuotamento delle mansioni
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isolamento sociale e silenzi ostili
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insinuazioni, ironie, delegittimazione davanti ai colleghi
Proprio perché graduale e subdolo, il mobbing porta chi lo subisce a dubitare di sé, a pensare di essere “troppo sensibile” o “inadatto”, mentre il problema è l’ambiente.
Le conseguenze del mobbing sull’individuo
Le ferite del mobbing non si vedono, ma lasciano segni profondi.
Nel tempo, la persona può sviluppare:
Conseguenze psicologiche
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ansia costante e stati di allerta
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attacchi di panico
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perdita di autostima
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senso di colpa e vergogna
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depressione
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disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione
Conseguenze fisiche
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mal di testa, disturbi gastrointestinali
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tensioni muscolari croniche
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stanchezza persistente
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abbassamento delle difese immunitarie
Conseguenze relazionali e professionali
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isolamento sociale
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difficoltà nelle relazioni familiari
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perdita di fiducia negli altri
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blocco della carriera o abbandono forzato del lavoro
Chi subisce mobbing spesso vive una doppia sofferenza: il dolore dell’esperienza e la solitudine di non essere creduto.
Perché chiedere aiuto non è una debolezza
Molte vittime resistono a lungo, cercando di “tenere duro”.
Ma il mobbing non si supera con la forza di volontà: serve supporto.
Rivolgersi a uno psicologo significa:
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dare un nome a ciò che sta accadendo
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smettere di colpevolizzarsi
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recuperare lucidità emotiva
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proteggere la propria salute mentale
Lo psicologo aiuta la persona a ricostruire un senso di sicurezza, dignità e valore personale, spesso compromessi da mesi o anni di pressioni psicologiche.
Come uno psicologo può aiutare a superare i danni del mobbing
Un percorso psicologico offre strumenti concreti e personalizzati per:
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Rielaborare il trauma vissuto sul posto di lavoro
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Gestire ansia, stress e attacchi di panico
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Rafforzare l’autostima, spesso gravemente minata
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Riconoscere dinamiche tossiche, evitando di interiorizzarle
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Imparare a stabilire confini sani
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Ritrovare fiducia nelle proprie competenze
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Prepararsi, se necessario, a un cambiamento professionale consapevole, non vissuto come fallimento
Il percorso non serve solo a “resistere”, ma a riprendere in mano la propria vita, dentro e fuori dal lavoro.
Uscire dal silenzio è il primo passo
Il mobbing non è normale.
Non è parte del lavoro.
E non è colpa di chi lo subisce.
Se senti che il tuo ambiente professionale ti sta spegnendo, se il lavoro è diventato fonte di paura invece che di realizzazione, ascolta quei segnali.
Chiedere aiuto è un atto di coraggio e di rispetto verso te stesso.
👉 Parlare con uno psicologo può aiutarti a ritrovare equilibrio, forza e dignità.
Perché nessun lavoro vale la perdita della tua salute mentale.
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