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Giancarlo Gramaglia
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La Noia e il Tempo


La Noia e il Tempo
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Che la noia fosse parte della psicopatologia era già stato evidenziato negli studi sull’isteria. Freud sottolineava come la “tortura della noia” potesse generare un eccesso di eccitamento, caratteristico di molte persone incapaci di tollerare la monotonia, spingendole verso sintomi di vario genere.

Il lavoro di Contri ha permesso di individuare la specificità della patologia della noia, distinguendola in due forme apparentemente opposte, ma strettamente connesse:

  1. La noia passiva, tipica dell’adolescenza, definita anche “adolessenza”, dove la noia viene subita.

  2. La noia militata, caratterizzata dal "non ho tempo di annoiarmi", in cui l’individuo, per evitare la sensazione di vuoto, si immerge in un’attività frenetica, diventando un corpo contundente.

Le Due Modalità della Noia: Subire o Reagire

In entrambe le forme, l’individuo si trova immerso in un sistema che lo costringe a un dovere imposto da credenze, destino, fato, fortuna o altre entità impersonali. Di conseguenza, o soccombe alla noia o cerca di contrastarla con una vita intensa e senza pause, rifiutando il tempo vuoto.

Il lavoro, per molte persone, viene vissuto come costrizione, mentre il tempo libero è percepito come la possibilità di “finalmente fare ciò che voglio”. Questo porta a una visione distorta del tempo:

  • Da una parte, il tempo viene subito e vissuto come attesa.

  • Dall’altra, il tempo deve essere riempito con attività frenetiche per evitare il senso di vuoto.

Uno degli elementi fondamentali di questa condizione patologica è il concetto di “essere sistemati”, ossia vivere secondo una struttura predefinita, dove il tempo è incasellato tra lavoro e svago, senza un autentico contatto con la realtà.

Il Bambino e il Tempo Vissuto

Se invece osserviamo i bambini, notiamo una gestione spontanea del tempo. Il bambino non sente il bisogno di riempire il tempo, ma lo vive pienamente. Ogni istante diventa un’occasione per scoprire e sperimentare la realtà.

Ricordo che, da piccolo, mettevo in pratica ogni sorta di iniziativa, alcune anche rischiose, per soddisfare il mio bisogno di fare. Crescendo, mi sono ritrovato invece spesso a guardare fuori dalla finestra, bloccato in un tempo immaginario, un tempo inattuabile che porta l’adolescente all’insoddisfazione e alla fuga nell’utopia, prima di essere travolto dalla cultura del “non perdere tempo”.

Il Conflitto tra la Prima e la Seconda Costituzione

Nei primi anni di vita, il bambino riesce a porre i propri diritti di pensiero e azione, integrandosi nella condivisione familiare. Tuttavia, quando questi diritti iniziano a confrontarsi con il contesto sociale, le difficoltà di accoglimento aumentano, dando origine a rimozioni e adattamenti.

Questa rinuncia porta alla perdita della prima costituzione (quella del bambino sano), in favore della seconda costituzione (quella sociale). Invece di integrare le due dimensioni, si crea una separazione tra la sfera personale e la sfera sociale, favorendo il conflitto tra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere.

Ritrovare un Equilibrio nel Tempo

È essenziale per ogni individuo riconquistare il proprio ordinamento, ossia trovare un modo per vivere il tempo in armonia con se stesso e con la società. Questo processo richiede partnership autentiche, non basate su rinunce o imposizioni, ma su un interesse genuino per ciò che accade.

L’obiettivo non è riempire il tempo per sfuggire alla noia, ma collegarlo all’interesse e alla curiosità per il mondo che ci circonda.

Giancarlo Gramaglia
Psicologo - Psicoanalista - Psicoterapeuta a Torino



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