AGGIORNATO AL: 06/06/2025 12:01:05
ISCRITTICANALIISCR.CANALIPOSTVISITE
2822529487770593582980
Cromo Academy
84 Iscritti al canale
1213 View

La Dentosofia incontra la cromopuntura Pt.1


La Dentosofia incontra la cromopuntura Pt.1
0
0
50


L’intuizione di Peter Mandel, che cura con il colore, si integra con le scoperte dei dentosofi francesi.

La Dentosofia – il cui significato è “Saggezza dei denti” – nasce in Francia negli anni ’80, ideata da Michel Monteaud e Mathieu Rodriguez.

> “Consiste in una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca, l’equilibrio dell’essere umano e, più estesamente, quello del mondo intero.”

Le scoperte di Renè Soules e Andres Besombes (Francia, anni ’50) sulle potenzialità della dinamica orale si integrano con i concetti funzionali del professor Pedro Planas (Spagna 1912-1994), considerando che intorno alla bocca si trova un individuo “tri-articolato” costituito da un corpo, un’anima e uno spirito.

Il linguaggio simbolico della Dentosofia

L’essere umano contiene in sé tutti gli elementi dell’universo (minerale, animale, vegetale) e la bocca rappresenta una via per “decifrare” questi componenti presenti nei denti. Le strutture che la compongono (smalto, dentina, cemento, tessuto pulpare, ecc.) sono differenti in base alla loro derivazione embriologica, che ne giustifica la funzione biologica precisa.

Inoltre, la Dentosofia riprende molti concetti della medicina antroposofica (Rüdolf Steiner 1861-1915) e si avvale del concetto di archetipo (ossia “modello”). A livello collettivo esiste un linguaggio comune che prescinde da cultura, religione o livello sociale (ad esempio, quando si parla di “madre”, tutti sanno a cosa ci si riferisce).

Nel pensiero di Carl Gustav Jung (1875-1961), “archetipo” significa “immagine primordiale”. Grazie all’impegno, agli studi e alla ricerca di appassionati dentosofi, anche la bocca viene codificata: esprimendosi in questo linguaggio fatto di archetipi, essa diventa un “libro” che racconta la storia della persona. L’osservazione della bocca consente al terapeuta di comprendere come il paziente abbia recepito o recepisca la relazione con i diversi archetipi cui i denti portano la memoria.

Simboli e interpretazioni

  • Arcata superiore: I due incisivi centrali rappresentano l’archetipo paterno (destro) e quello materno (sinistro). L’arcata superiore “parla” della genealogia (del passato).

  • Arcata inferiore: Essa si riferisce al “fare concreto” (del futuro).

  • Occlusione: Il rapporto di masticazione tra le arcate, l’occlusione (del presente), indica come viene percepito il mondo circostante.

  • La lingua: Rappresenta l’io; la sua posizione all’interno della bocca evidenzia come la persona si relazioni al mondo. – In presenza di una mancanza di contatto nella zona anteriore (morso aperto), la lingua tende ad “uscire” quando si parla o deglutisce. Questo è spesso riscontrato in persone indecise, che seguono le idee altrui e hanno un pensiero instabile. – Al contrario, un morso molto chiuso (morso profondo) costringe la lingua in spazi ristretti, condizionando la persona da un pensiero razionale e rendendola introversa, con difficoltà ad esprimere le proprie emozioni e a cambiare convinzioni.

Tratti della biografia dell’individuo possono emergere dalla posizione anomala dei denti e dalle patologie che ne interessano le strutture.

Non si tratta solo della possibilità di conoscere la persona grazie al legame energetico che esiste tra i denti (odontoni) e gli organi del corpo (come insegna la medicina tradizionale cinese), ma anche di un complesso linguaggio simbolico che svela i significati emozionali del paziente.

La Dentosofia rappresenta una delle branche della moderna medicina funzionale, basata sul concetto che nella persona esistono informazioni ataviche registrate a livello cellulare. I rapporti tra le arcate e la posizione dei denti non sono mai casuali, bensì funzionali rispetto al sistema di appartenenza, condizionando (o essendo condizionati da) tutto ciò che li circonda.

Quale terapia usa il dentosofo?

L’attivatore plurifunzionale è un apparecchio che agisce non solo come strumento ortodontico, ma anche come riequilbratore di tutte le funzioni spesso alterate in presenza di malocclusione.

Si ottengono effetti su deglutizione, fonazione, respirazione e masticazione, coinvolgendo il sistema nervoso autonomo e i riflessi sub-corticali. L’attivatore consente un lavoro percettivo sul contatto tra la sua superficie e quella dei denti, inducendo cambiamenti e spostamenti dentali attivi che sono funzionali all’equilibrio complessivo della persona.

Non si ha solo un effetto passivo o un “spostamento forzato” che consideri esclusivamente le necessità estetiche e l’occlusione ideale secondo i concetti dell’ortodonzia meccanicistica, ma si ottiene una rifunzionalizzazione globale che porta a una trasformazione anche sul piano psico-affettivo.



Condividi


I commenti degli utenti:

Non sono presenti commenti di altri utenti