



I disturbi alimentari, pur avendo caratteristiche psicologiche profonde, non sempre vengono riconosciuti come malattie psichiche e, in molti casi, vengono trattati separatamente.
Spesso umiliati o sottovalutati, questi disturbi sono ignorati persino dagli insegnanti, sebbene proprio la scuola sia uno dei luoghi più fertili per la loro manifestazione.
Perché la Scuola Favorisce lo Sviluppo di Disturbi Alimentari?
La scuola impone obblighi e regole, e alcuni studenti percepiscono queste direttive come comandi da eseguire, privi di interesse autentico.
Chi soffre di disturbi alimentari tende ad essere molto ligio al dovere, spesso più focalizzato sull’essere il migliore che sull’appassionarsi realmente alle materie studiate.
Quando manca l’attenzione alla persona e la cura che potrebbe accogliere la prima ingenuità da comprendere, l’individuo tende a chiudersi a difesa, proprio come un riccio.
Un Parallelo con l’Isteria Freudiana
Nel passato, l’isteria era considerata un generico disturbo nervoso. Freud fu il primo a evidenziare che questa concezione era un errore: l’isteria non era un fenomeno indistinto, ma un disturbo con specifiche caratteristiche cliniche.
Secondo Freud, la malattia è composta da tre elementi principali: 1️⃣ Inibizione 2️⃣ Sintomo 3️⃣ Angoscia
Questa stessa logica può essere applicata all’anoressia, che copre un campo specifico e si manifesta attraverso il rinnegamento dell’altro come necessità per raggiungere una meta.
I disturbi alimentari sono profondamente radicati nel contesto sociale e non possono essere trascurati. Ignorare il loro sviluppo nei contesti educativi significa perdere un’opportunità cruciale per intervenire precocemente e comprendere le dinamiche psicologiche che li alimentano.
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