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Da diversi anni, tra gli operatori e consulenti dell’allattamento, non si parla più di “svezzamento”, ma di introduzione dei cibi complementari. Il motivo è semplice: il termine “svezzare” deriva da “togliere un vizio”, ma l’allattamento non è un vizio. Allo stesso modo, l’introduzione dei cibi solidi non rappresenta la fine dell’allattamento, ma un nuovo capitolo nel percorso di crescita del bambino e del tuo ruolo di mamma
Iscriviti e fai iscrivere al canale G-Channel Valentina Gaggiato
Cosa significa alimentazione complementare
Parliamo di cibi complementari perché devono affiancare, e non sostituire, il latte materno. Se i solidi vengono proposti in modo equilibrato e graduale, la produzione di latte si mantiene costante e il bambino continua a beneficiare del contatto e della relazione profonda che vive attraverso la poppata.
Molte mamme si sorprendono quando il loro bambino chiede il seno durante o subito dopo i pasti. Ma è del tutto normale: per il piccolo, mangiare seduto in braccio alla mamma o al papà, spesso sperimentando consistenze e sapori nuovi, non è la stessa cosa che stare abbracciato al seno, vicino al cuore della sua mamma. Dopo l’esperienza dei primi assaggi, infatti, è naturale che torni a cercare la sicurezza, il contatto e il nutrimento affettivo che solo il seno sa dargli.
Il latte materno resta fondamentale
Durante i primi mesi di introduzione dei cibi, molti bambini procedono per timidi assaggi. È del tutto normale: in questa fase il latte materno completa e integra il pasto, garantendo che il bambino assuma tutti i nutrienti e le calorie di cui ha bisogno. Il latte continua a essere l’alimento principale fino all’anno di vita e resta molto importante anche oltre, insieme ai cibi solidi.
Continuare ad allattare serenamente
Per molte mamme, l’idea di iniziare questa nuova fase può generare un po’ di timore, come se segnasse la fine dell’allattamento. Ma non è così. Se il seno resta presente nei momenti chiave della giornata – per addormentare, coccolare, calmare, o come gesto d’amore dopo il pasto – non c’è ragione di preoccuparsi: l’allattamento continuerà naturalmente fino a quando mamma e bambino lo desidereranno.
Conclusione
L’introduzione dei cibi complementari non è una separazione, ma un passaggio di crescita condiviso. È un percorso da vivere con serenità, seguendo i tempi del bambino, senza forzature e senza timori per la fine dell'allattamento
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