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Storie di vita quotidiana e riflessioni più complesse


Storie di vita quotidiana e riflessioni più complesse
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Analogie e metafore per la costruzione di un pensiero logico da applicare in periodi di crisi

1. La Polizia di Stato ha diffuso un decalogo per difendersi dai furti in casa elargendo alcuni consigli pratici per proteggere i nostri beni e adottare le giuste accortezze quando non siamo in casa.

Il primo consiglio della Polizia per difendersi dai ladri è quello di ricorrere alla porta blindata. Possibilmente con chiave a mappa europea. Per finestre e porte finestre, argomenta, esistono cancelletti di sicurezza integrabili con appositi sensori nei punti di accesso.

Anche un sistema di allarme, afferma, è auspicabile per scoraggiare le intrusioni da parte di estranei.

Installare un impianto d’allarme aggiunge, può migliorare notevolmente la sicurezza della casa. Ne esistono di specifici per le abitazioni, controllabili anche da remoto.

Inoltre, apporre dei Cartelli Dissuasori riduce notevolmente le intrusioni dei ladri in casa, scoraggiando i malintenzionati.

 

Suggerisce ancora di non “nascondere” denaro, oggetti di valore e gioielli nei posti più visitati dai ladri. Ad esempio: cassetti, armadi, dentro i quadri, tra i libri o dentro i vasi. Meglio scegliere una cassaforte o un sistema di allarme. 

Esistono sensori in grado di rilevare precisamente la presenza di ladri in casa. E con una notifica immediata avvertono proprietari e vigilanza.

Avverte anche che qualora ci si accorga che qualcuno sia entrato in casa o dai vicini, di chiamare immediatamente il 112. Si troverebbero persone pronte ad intervenire subito per tutelare la propria sicurezza. Tuttavia, continua, la prevenzione è il modo migliore per difendersi dai furti in casa.

2. L’Istituto paritario Alfred Nobel ha presentato un progetto dal titolo “Difesa personale, prevenzione del bullismo e sicurezza sociale”, tematiche che possono essere riassunte anche con i termini “educazione alla sicurezza”.

Una delle sue fasi prevede la partecipazione ad un corso di difesa personale (krav maga) in orario extracurricolare per gli alunni che ne sentano la necessità o che ne abbiano il desiderio e prevede anche l’attivazione di un corso di difesa personale femminile. Tale corso, è rivolto a donne di qualunque età, prevede un allenamento fisico all’autodifesa integrato.

Chi subisce un tentativo di violenza sessuale può difendersi dall’aggressore rispettando la legge. Stupri e casi di aggressioni sessuali contro le donne sono sempre più numerosi. Ma sono in aumento le donne che reagiscono e si iscrivono a corsi di autodifesa oppure che si dotano di strumenti di vario tipo, da chiavi a coltellini, oppure acquistano in rete teaser, ossia piccoli strumenti che emettono una dolorosa scarica elettrica o spray al peperoncino.

Si può reagire con una condotta di contrasto che deve essere proporzionata e adeguata. Nel caso in cui la vittima sia aggredita con un bastone o un oggetto contundente può difendersi con un altro oggetto, incorrendo nella causa di non punibilità di cui all'art. 52 del Codice penale o con uno spray al peperoncino.

3. Giuseppe Scarpa ha scritto un testo narrativo dal titolo Settanta nodi di notte… il contrasto al contrabbando, che così incede “Il Drago… gran bella barca, era un orgoglio esserne il comandante. Guardarlo oggi mi domando: “ma come cavolo facevamo ad andare per mare con quella barca”. Inseguire i “Napoli” e riuscire a catturarli con un mezzo inferiore in manovrabilità, era uno orgoglio ancora più grande.

Far virare un Drago fino a far toccare la tuga in acqua cercando di stringere il più possibile la virata era un numero veramente difficile…

Poi arrivarono nelle mani dei contrabbandieri gli scafi denominati “Corbelli” e lì dovevamo lavorare sulla sorpresa… “beccandoli” a terra mentre stavano scaricando, sorprendendoli sotto costa per abbordarli prima che riuscissero a planare, altrimenti… ciao, ti salutavano.

Se riuscivano a prendere velocità e a planare prima che si riuscisse ad “abbordarli”… beh… avevamo circa 5 minuti di autonomia. I gloriosi ed ormai esausti Isotta Fraschini con secoli di battaglie nelle bielle andavano in ebollizione ed alcuni di questi motori, nonostante le “cure” e le “premure” dei direttori di macchina e motoristi, dopo 5 minuti a “manetta”…avevano le temperature dell’acqua alle stelle e le cassette di compenso, in origine da circa un litro, erano state sostituite con taniche da 10 litri che lo stesso non bastavano… di conseguenza dovevamo decelerare e abbandonare l’inseguimento.

Grazie alle nuove norme, arrivarono i “Napoli” anche per noi e successivamente i “Corbelli” e con queste nostre unità la musica cambiò diventando competitivi, spesso con prestazioni superiori alla flotta contrabbandiera.”

4. Ad oggi, con il termine antibiotico, ci si riferisce ad un farmaco, di origine naturale o sintetica, capace di rallentare e bloccare la crescita batterica (effetto batteriostatico) o persino uccidere direttamente il microrganismo (effetto battericida).

La caratteristica principale dell'antibiotico è quella di saper combattere le infezioni causate dai batteri, di conseguenza si rivelano un'utile arma ogni qualvolta la salute di un soggetto sia minacciata da questo tipo di microrganismi;
va prescritto da un medico, in quelle situazioni in cui si sospetti o sia dimostrata un'infezione batterica.

Gli antibiotici possono essere utilizzati anche come profilassi (profilassi antibiotica), ossia a titolo precauzionale, allo scopo di prevenire determinate patologie, in alcuni casi specifici come, ad esempio, prima di interventi chirurgici durante i quali sono alte le probabilità di sviluppare un’infezione che potrebbero avere esito fatale.

5. Dalla fine degli anni Sessanta fin verso la conclusione degli Ottanta l'Italia fu scossa da una fitta serie di eventi terroristici di varia natura e di diverso segno.

Il primo Nucleo speciale antiterrorismo dei Carabinieri nacque nel maggio 1974, all'indomani della conclusione del sequestro brigatista ai danni del magistrato Mario Sassi, prelevato il 18 aprile a Genova. Il progetto maturò nel corso di una serie di incontri tra Dalla Chiesa e il ministro dell'Interno Taviani. La vicenda Sassi, chiusasi con un rilascio deciso unilateralmente dai rapitori, aveva messo in luce l'accresciuta pericolosità delle Brigate Rosse e, al tempo stesso, l'inefficienza delle forze di Polizia. Dalla Chiesa, il quale all'epoca comandava la Prima Brigata Carabinieri con giurisdizione su Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, era convinto che la tradizionale struttura territoriale dell'Arma fosse inadatta a fronteggiare la nuova minaccia e della necessità di allestire un apposito gruppo ristretto, dalle caratteristiche peculiari, di eccellenza, non proponibili per la totalità delle forze di Polizia. Egli trovò in Taviani un interlocutore ben disposto. Il nucleo era composto da una quarantina di elementi. La specializzazione, la selezione di personale motivato, capace di straordinaria dedizione produssero presto notevoli risultati, primo fra tutti la cattura nel settembre dei capi storici brigatisti Renato Curcio e Alberto Franceschini, un'operazione propiziata dall'infiltrazione di Silvano Girotta. Altri arresti e scoperte di covi si susseguirono per mesi.

La deficitaria prestazione delle strutture operative in occasione della vicenda Moro pose allo Stato l'imperativa esigenza di attrezzarsi meglio. La più importante innovazione in questo senso fu appunto il conferimento a Dalla Chiesa di un nuovo incarico speciale per la lotta contro il terrorismo. Il decreto istitutivo assegnava al generale il coordinamento degli «operatori di polizia appositamente prescelti in relazione ad appropriate esperienze e speciali capacità evidenziate». Questa volta Dalla Chiesa poté avvalersi di circa 230 elementi, di cui 180 provenienti dai Carabinieri e 50 dalla Pubblica Sicurezza, tra cui un contingente femminile. I comandi territoriali dei Carabinieri, le autorità provinciali di Pubblica Sicurezza e la Guardia di Finanza erano tenuti ad assicurare ogni necessaria collaborazione. Il generale avrebbe riferito «direttamente al ministro dell'Interno».

Dalla Chiesa fece nuovamente leva sulle qualità e sull'abnegazione dei suoi uomini e si dotò di strumenti tecnologici avanzati per l'epoca, tra cui il computer, il fax e il telefono cellulare. Inoltre, furono sviluppate tecniche di indagine volte a sapere tutto il possibile sulle caratteristiche del nemico, basandosi sulla raccolta di dati computerizzata. Già il 1 ° ottobre 1978, a conclusione di una pregevole indagine nata dal ritrovamento di un borsello smarrito su un autobus, furono arrestati numerosi brigatisti - anche di alto livello - e furono espugnati tre loro covi. Da allora, i suoi uomini inanellarono altri successi che preannunciarono la vittoria dello Stato, fattasi chiara e definitiva negli anni Ottanta.

Questi episodi apparentemente slegati uno dall’altro hanno però una caratteristica in comune: l’utilizzo e l’incremento di risorse, umane e materiali, per fronteggiare minacce e pericoli alla salute e all’incolumità dello Stato e/o della comunità dei suoi cittadini.

La guerra in Ucraina, l'aumento dell’autoritarismo nel mondo, la politica assertiva della Cina hanno causato un cambiamento epocale nel panorama geopolitico.    

La minaccia russa contro l'Europa è da diverse settimane al centro dell'attenzione di tutti nel vecchio continente. Il ritiro delle truppe americane e la protezione, ormai inevitabili nei prossimi anni, mettono gli europei di fronte a una realtà che non hanno più dovuto affrontare dalla fine della Seconda guerra mondiale

Se il perno verso il Pacifico degli Stati Uniti e dei suoi eserciti, era stato impegnato da Washington fin dall'inizio degli anni 2010, c’è voluto il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il 20 gennaio 2025, perché gli europei comprendessero la natura inevitabile e completa di questo cambiamento americano e il necessario ritiro delle garanzie di sicurezza americane all'Europa, secondo un programma ora abbreviato.

Di fronte a questo stravolgimento delle relazioni internazionali si sono concretizzati diversi approcci:

il primo, di origine pacifista sostiene che la pace sia la prospettiva di chi guarda, di chi solleva lo sguardo e guarda all’alternativa, alla possibilità oltre l’ordine bellico degli schieramenti. La pace non può più essere oggi un concetto negativo, non si prepara la pace attraverso la guerra, la pace non viene dopo la guerra, la pace viene prima della guerra e la pace è proprio questo, cioè il riconoscimento che l’altro viene prima di me e che io sono io grazie all’altro. Questo vale per tutti noi e vale anche tanto più per i popoli.

Il secondo, più razionale afferma invece che sia necessario agire con urgenza per garantire la sicurezza europea, rafforzando le collaborazioni con partner affini e diminuendo la dipendenza da Paesi terzi. Secondo tale tesi, sfruttando la sua forza economica, il vantaggio demografico e il potenziale militare, l’Europa può tranquillamente contrastare le ambizioni imperiali di Putin e fornire all’Ucraina il supporto di cui ha bisogno per resistere all’invasione della Russia e spetta ora ai leader europei trasformare questi vantaggi strategici in politiche e azioni efficaci. Con sufficiente volontà politica, sostiene, l’Europa può difendersi e sostenere l’Ucraina contro la Russia.

Tenendo conto delle casistiche descritte sopra, nei punti da 1. A 5. apparentemente avulsi da quest’ultimo contesto ma con uno sforzo logico, comparabili per analogia, faccia il lettore di questo elaborato le sue personali valutazioni.

Roberto Merico

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I commenti degli utenti:


Tutto molto interessante. Grazie