La mafia è, oltre a molto altro, una organizzazione costituita da individui sovversivi, che non accettano di sottostare alle canoniche regole e leggi, che si riuniscono sotto un’altra bandiera e che perseguono un loro personalissimo ideale di “bene”. Che il movente sia legato al profitto o a concezioni di vita diverse, quel che è certo è che la mafia cospira e ordisce contro lo status quo.
1999, il mondo utilizza ancora i tradizionali e inossidabili metodi di pagamento. Un bel giorno, però, PayPal sforna una novità epocale: Il pagamento elettronico. Il mondo è in visibilio e i fondatori e i dipendenti di PayPal vengono osannati come divinità. La società fa un balzo enorme anche a livello di utili. Tutti sono felici e sembra che possa durare per sempre. Però, a volte, succede che anche i migliori matrimoni si inceppino e che vadano in malora. Ed ecco che quando i dirigenti PayPal decidono di vendere l’azienda a Ebay, scoppia il caos. Ma perché? La trovata epocale e visionaria di PayPal era figlia di un team di persone altrettanto incredibili e visionarie, che adoravano vivere in un contesto aziendale intraprendente, con un mindset coraggioso e avveniristico, proprio come era stato quello di PayPal sino a quel momento. Accettare di entrare nell’ecosistema Ebay, che aveva una struttura molto più tradizionale, poco propensa al rischio e al “salto nel vuoto”, avrebbe significato un ridimensionamento non solo del loro modo di pensare aziendale, ma anche della loro concezione di vita. Ed ecco che, quando PayPal venne acquisita da Ebay nel 2002, 24 persone decisero, in barba all’inviolabile onore, di abbandonare la famiglia. 24 picciotti coraggiosi, con idee solide e un enorme spirito imprenditoriale. Così nacque la PayPal Mafia: il gruppo di uscenti di PayPal che, non essendo soddisfatti dalla nuova politica aziendale, decise di mollare tutto e ripartire dalle proprie idee.
L’espressione PayPal Mafia fu coniata per la primissima volta dalla rivista Fortune nel 2007, perché in quell’anno tutti i 24 vennero ritratti da una fotografia in un pub inglese vestiti in pieno stile gangster, atteggiandosi a boss mafiosi.
Peter Thiel - il miliardario, che fondò paypal insieme a mr. Tesla (Elon Musk) oggi e' a capo di ''Palantir Technologies'', un'azienda specializzata nell'analisi dei big data e finanzia A.R.C., un'organizza-zione nata nel 2023 a londra con l'obiettivo di diventare l'agora' della tecno-destra e chiudere l'era "Davos". Come Schumpeter e contro Arrow, Thiel ritiene che le grandi strutture monopolistiche siano in grado di creare innovazione, e che quindi il grande monopolio a certe condizioni, sia meritevole di sostegno e ammirazione. La caratteristica del grande start-upper, del grande fondatore, non è quella di creare un piccolo prodotto, una nicchia. Prospettiva troppo limitata. La sua titanica ambizione deve essere quella di creare un monopolio gigantesco e poi sfruttarlo sempre di più, costruendo un fossato sempre più profondo tra sé e gli avversari, con ogni mezzo.
Cosa ha fatto Elon Musk? Con SpaceX, ha individuato nello Spazio un grande mercato che non era tale, un’economia che non era tale, e ha effettivamente creato il mercato attraverso la capacità di realizzazione dell’azienda e dell’incredibile squadra guidata dalla presidente e direttrice operativa, Gwynne Shotwell. In altre parole, Musk ha creato il suo monopolio, fondato su capacità manifatturiere, ed è ora disposto a fare ogni investimento economico-politico per difenderlo dagli avversari futuri e per accrescerne l’influenza, in corrispondenza con la sua megalomania.
Lui.., Musk, non ha di certo bisogno di presentazioni: fondatore di aziende come SpaceX e Tesla, nonché uno degli uomini più ricchi del mondo, nel 1999, la sua società di pagamenti X.com si unì con la Confinity di Peter Thiel, dando vita a Paypal. Musk iniziò come CEO, ma ben presto dovette lasciare la posizione e, a giudicare dagli esiti, non gli è andata malissimo…
Elon Musk è un uomo che pensa di trasformare l’umanità in una specie multiplanetaria, non si tratta solo di andare a vivere su Marte, ma letteralmente di salvare l’umanità dal demone dell’intelligenza artificiale generale trasformando l’homo sapiens in specie cyborg multiplanetaria capace di rivaleggiare con l’Ai. Quando ci avviciniamo alla figura di Musk, dobbiamo prendere sul serio la sua follia e la sua megalomania. Il suo agire è talmente proteso verso l’avvenire che non può essere spiegato tramite argomentazioni razionali. Al contrario, esso deriva da traumi del passato, da fallimenti e drammi che il fondatore di Tesla cerca di sublimare e risolvere nel tempo lungo della storia e nello spazio infinito dell’Universo. Per salvare l’umanità Musk ha iniziato dalle basi, sforzandosi di identificare quelle «minacce esistenziali» che potrebbero portare la civiltà al collasso. Nel corso degli anni, Elon ha identificato diversi sospetti, che vanno dal crollo demografico alla sedicente cultura woke (in questo segnato dal trauma prodottogli dal figlio Xavier che ha voluto diventare Vivian Jenna affinché la sua identità di genere venisse riconosciuta anche a livello legale), passando per il cambiamento climatico e la stagnazione tecnologica. Tuttavia, tra tutte queste possibili sventure, ne esiste una che terrorizza Musk a un livello superiore. E che, retrospettivamente, lo ha portato a ridisegnare tutta la sua impresa imprenditoriale. Si tratta appunto dello sviluppo dell’intelligenza artificiale generale, ovvero di un’Ai più intelligente degli esseri umani: «Ho visto sviluppare molte tecnologie, ma nessuna con questo livello di rischio. A mio parere, l’intelligenza artificiale generale presenta rischi significativamente più alti delle armi nucleari». Secondo Musk, la minaccia esistenziale rappresentata dall’Agi deriva dalla sua razionalità che potrebbe portarla a manipolare le persone o a eliminarle per raggiungere gli obiettivi per cui è programmata. Infine, c’è un problema umano, troppo umano, che deriva dalla tracotanza dei geniali nerd tecnoutopisti della Silicon Valley. Secondo Musk, infatti, «gli esseri umani superintelligenti hanno difficoltà a immaginare qualcosa di molto più intelligente di loro».
SpaceX è un gioiello di innovazione e tecnologia e anche una macchina da soldi macina utili. A dare una spinta ai ricavi è stata la metamorfosi dell’azienda: da sola società costruttrice di razzi a fornitrice di servizi di trasporto spaziale e connessione satellitare. È soprattutto Starlink a generare ricavi affidabili e crescenti nel tempo. I quasi 7mila satelliti operativi di Starlink hanno rivoltato come un calzino il mercato delle connessioni satellitari. Una tecnologia esistente da decenni, che ha però finora sofferto di due limiti intrinseci: alta latenza del segnale (pensate a quando sentite l’eco della vostra voce, è lo stesso fenomeno) e bassa banda. Tradotto: connettività scarsa, incomparabile alla stabilità e alla prestanza delle connessioni via cavo, sublimate con la fibra ottica. Ma Starlink ha permesso un balzo tecnologico: Musk ha posizionato i suoi satelliti su un’orbita bassa, a circa 500 chilometri dalla crosta terrestre rispetto ai quasi 36mila dell’orbita geostazionaria tradizionale.
Così ha risolto il problema della bassa latenza. E non si è più fermato: i lanci si susseguono di settimana in settimana con l’obiettivo di superare presto i 10mila satelliti operativi. E così offrire sempre maggiore velocità di banda, che oggi sul download riesce a superare i 100 megabit al secondo (al pari di una moderna connessione fibra-misto-rame).
Perché prima non ci aveva pensato nessuno? Nessuno aveva la capacità di trasportare nell’orbita bassa, a costi sostenibili, una così notevole quantità di nano-satelliti. Tranne Musk. Che quindi in un sol colpo è entrato con prepotenza nel mercato delle telecomunicazioni ed è diventato egli stesso il miglior cliente dei razzi Falcon 9, che per macinare profitti devono essere impiegati su molteplici lanci, grazie alla possibilità di recuperarli e riutilizzarli.
Il controllo quasi totale di Musk sull’Internet via satellite sta destando sempre più allarme. L’imprenditore più famoso del mondo può infatti decidere da solo di interrompere l’accesso alla rete per un cliente o un Paese – come in effetti è già accaduto in Ucraina – e ha la possibilità di sfruttare le informazioni sensibili raccolte dal servizio. I dati su Starlink sono crittografati. Da molti anni gli Usa classificano la crittografia come materia di sicurezza nazionale, secretata e sotto stretto controllo per l’esportazione, proprio come il nucleare. Dunque su questo sistema di crittografia non si sa nulla, nemmeno se effettivamente sia più efficace. Il vantaggio che offre Starlink di solito preso in considerazione è che consente la connettività ovunque. Ma il fatto che sia in mano a un privato deve entrare nel dibattito. Potrebbe decidere di spegnerlo da un giorno all’altro, proprio come ha fatto durante la guerra in Ucraina a seguito di decisioni che non condivideva.
In questo scenario, si colloca la discussione che si è accesa negli ultimi giorni nel nostro Paese circa la conclusione (poi smentita ufficialmente da Palazzo Chigi) di un accordo del valore di 1,5 miliardi di euro tra il Governo italiano e la società americana Starlink, avente ad oggetto la fornitura di servizi di comunicazioni sicuri via satellite da impiegare in campo militare e diplomatico o in situazione di emergenza. In ipotesi il governo italiano potrebbe trovarsi sotto pressione, o addirittura sotto ricatto. Si tenga a mente poi un altro elemento, Il ruolo politico di Musk, la sua vicinanza a Trump. Bisogna ricordarsi che il rischio è mettere informazioni chiave per la nostra sicurezza nazionale sotto il controllo di persone che hanno interessi strategici divergenti dai nostri e non hanno problemi a usare qualunque leva per seguire i propri scopi. E non basta la relazione speciale: a Nigel Farage, il politico britannico architetto della Brexit è bastato un tweet fuori posto per essere defenestrato da Musk.
Viviamo già nel mondo della PayPal Mafia. Cosa può fare il vecchio deep State davanti al suo trionfo, a parte nascondersi e/o vendersi al nuovo padrone? Può solo attendere. Aspettare che la palude di Washington risucchi, come nella Storia infinita, anche il destriero di Elon Musk. Aspettare che i tanti galli in questo pollaio si sbranino a vicenda, per divergenze di carattere e interessi, a partire dal rapporto Trump-Musk, che si annuncia tutt’altro che semplice. Se ciò non accadrà, la PayPal Mafia si confermerà la rete protagonista non solo del denaro, ma anche del potere di questo secolo.
Roberto Merico
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