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La mappa iridologica è una rappresentazione dell’iride suddivisa in settori, ognuno associato a organi, apparati e funzioni dell’organismo, usata dall’iridologo per valutare il terreno individuale e le aree di possibile squilibrio funzionale. L’iride viene idealmente divisa come il quadrante di un orologio, con la parte superiore collegata alla zona cefalica e alla colonna cervicale, e le parti laterali e inferiori associate a torace, addome e arti.
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Questa mappa non serve a “vedere malattie”, ma a osservare tendenze, predisposizioni e punti deboli costituzionali, così da orientare percorsi di prevenzione naturopatica e riequilibrio energetico. Per l’iridologo è uno schema di riferimento che gli permette di collegare segni locali (in un’area dell’iride) a possibili sovraccarichi o carenze funzionali di un determinato distretto del corpo.
Le principali aree della mappa e i distretti associati
In molte scuole di iridologia, la zona intorno alla pupilla viene messa in relazione con il sistema digestivo (stomaco e intestino), poiché è lì che si cercano segni di sovraccarico o ipersensibilità digestiva. Muovendosi verso l’esterno, anelli e fibre possono essere collegati a fegato, vie biliari, reni, apparato respiratorio, cuore e sistema circolatorio, a seconda del settore orario considerato.
La porzione superiore dell’iride è spesso associata a cervello, occhi, orecchie, seni paranasali e colonna cervicale, mentre le porzioni laterali e inferiori si ricollegano ad arti superiori e inferiori, colonna lombare, organi addominali e pelvici. Attraverso questa organizzazione a settori, l’iridologo può leggere dove l’organismo concentra tensione, debolezza o reattività, in un’ottica di comprensione del quadro complessivo.
Segni iridici e informazioni sulla funzionalità organica
Nella mappa iridologica assumono rilievo modifiche di colore, densità delle fibre, macchie, anelli e lacune, che possono suggerire aree di iperfunzione o ipofunzione. Una trama molto fitta viene spesso associata a una costituzione più resistente ma tendenzialmente rigida, mentre una trama più lassa può indicare maggiore sensibilità e minor tenuta dei tessuti, sempre in chiave costituzionale e non diagnostica.
Macchie, pigmenti o anelli in determinati settori della mappa sono letti come possibili segnali di sovraccarico di tossine, affaticamento organico o tensione cronica in quel distretto, su cui intervenire con strategie naturopatiche di riequilibrio. L’insieme di questi segni offre un quadro integrato del terreno biologico ed energetico, utile a costruire consigli personalizzati su stile di vita e sostegno naturale.
Come l’iridologo utilizza la mappa nella consulenza
Durante la consulenza, l’iridologo usa strumenti di ingrandimento per osservare l’iride e confrontare ciò che vede con la mappa iridologica, settore per settore. In questo modo può mettere in relazione i segni iridei con le informazioni raccolte nel colloquio, come abitudini alimentari, livello di stress, qualità del sonno e storia personale, mantenendo sempre un approccio olistico e non medico.
Sulla base di questa lettura, l’operatore può proporre percorso di riequilibrio naturopatico: miglioramento dello stile di vita, sostegno digestivo, drenaggio dolce, tecniche di rilassamento o altri interventi compatibili con la disciplina, sempre nel rispetto delle terapie eventualmente in corso e delle indicazioni del medico. In questo modo la mappa iridologica diventa uno strumento pratico per personalizzare il supporto al benessere, valorizzando la prevenzione e la consapevolezza del proprio terreno.
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