Il manipolatore affettivo può essere un partner, o un familiare, un amico, un collega di lavoro che “utilizza” il bisogno di affetto della propria vittima, suscitando in lei il senso di colpa, criticandola e aggredendola costantemente quando le sue richieste non vengono soddisfatte. Questo comportamento alla lunga scardina l’autostima della vittima, la quale si sente sempre meno adatta e degna di essere amata. Le conseguenze di questa spirale distruttiva sono devastanti per il dipendente affettivo che sviluppa una serie di sintomi, sia psicologici sia fisici come: aggressività, ansia, paura della solitudine, tristezza, emicranie, disturbi digestivi, mancanza di appetito, disturbi del sonno, attacchi di panico e rabbia incontrollata.
I comportamenti intimidatori, vessatori, domimanti e vittimistici del manipolatore psicologico inducono la vittima ad aver paura di affrontare ogni tipo di confronto per timore delle reazioni, degli attacchi di rabbia, di contraddirlo e di farlo soffrire. Le tecniche manipolative piu’ diffuse sono le seguenti:
1. Menzogna
I manipolatori tendono a mentire molto frequentemente e a distorcere la realta’,sono subdoli e appaiono credibili quando parlano per cui e’ difficile scoprire ad un primo impatto se stanno dicendo una bugia oppure la verita’.
2. Omissione
E’ una modalita’ di manipolazione molto sottile che consiste nel non dire e trattenere parte della verita’, modificando in questo modo tutto il significato della frase.
3. Negazione
Il manipolatore non ammeette mai di avere fatto qualcosa di sbagliato, nega sempre ogni evidenza.
4. Razionalizzazione
Dietro l’uso improprio della logica, il manipolatore giustifica le sue posizioni argomentandole in modo razionale, ricorrendo ad una interpretazione personale della realta’.
5. Minimizzazione
Il manipolatore tende a ridurre il peso delle conseguenze delle proprie azioni, affermando che esse non sono cosi’ dannose come si vuole credere.
6. Attenzione selettiva
Il manipolatore focalizza la propria attenzione solo sui temi che sono di suo interesse, manifestando apertamente di non essere interessato ad altro.
7. Deviazione
Il manipolatore evita di rispondere a domande quando non vuole esporsi, dirottando la conversazione su altro.
8. Evasione
Il manipolatore fornisce risposte evasive, irrilevanti e non pertinenti agli argomenti affrontati.
9. Intimidazione implicita
Il manipolatore spinge la vittima verso la difensiva adottando velate minacce.
10. Senso di colpa
Il manipolatore fa appello alla coscienza della vittima suggerendole che non si sta prendendo abbastanza cura di lui e che e’ troppo egoista e concentrate su se stessa. Tale tattica spinge la vittima a mettersi in dubbio, a sentirsi ansiosa ed incolpa.
11. Mettere alla berlina e prendere in giro
Il manipolatore usa il sarcasmo verso la vittima generando in lei paura e senso di colpa, fino a che non si sente mai all’altezza delle situazioni. Queste tattiche si manifestano sotto forma di comportamenti come sguardi critici, tono di voce alterato, critiche ripetute e retoriche, sarcasmo. L’effetto di tale tattica sulla vittima e’ che si sente sempre piu’ inadeguata ad affrontare ogni situazione.
12. Denigrazione
E’ una delle tattiche piu’ pericolose poiche’ il manipolatore denigra la vittima quando questa finalmente inizia a difendersi, la accusa di essere a sua volta un manipolatore e cerca di passare per quello che subisce la sua aggressione. La conseguenza e’ che la vittima tende a ritirarsi, sentendosi in colpa e arrivando a volte anche a chiedergli scusa.
13. Sentirsi vittima
Il manipolatore si sente vittima delle circostanze o del volere di qualcun altro al fine di evocare pieta’e compassione da parte della vittima che di solito e’ una persona che tende a prendersi cura in modo eccessivo di chi chiede aiuto e soffre.
14. Simulare l’essere disponibile
Il manipolatore appare come una persona dedita ad una causa di valore, spacciandosi per essere afidabile e disponibile ad aiutare chi ne ha veramente bisogno.
15. Seduzione
Il manipolatore usa il fascino, le lodi, adula o sostiene apertamente le persone al fine di far abbassare le loro difese, guadagnando la loro fiducia per poi abusarne.
16. Colpevolizzazione
Il manipolatore attribusice la colpa delle proprie azioni ad altro, proiettando le proprie idee ed intenzioni sulla vittima a cui attribuisce le sue volonta’. La vittima sente di aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver spinto il manipolatore a dire qualcosa che in realta’ non pensava ogni qual volta tenta di liberarsi dal manipolatore il quale tendera’ ad incolparla per tenerla legata a se’.
Il manipolatore tende ad alterare la realta’ affinche la vittima possa credere che quella visione della realta’ che il manipolatore propone sia accettata e ritenuta vera. Il manipolatore arriva ad affermare che la vittima si merita di essere svalutata ed accusata poiché e’ descritta come pazza ogni qual volta riconosce i comportamenti manipolativi.
17. Simulare di essere innocente
Il manipolatore afferma con profonda credibilita’ che ogni sua azione dannosa non e’ intenzionale, sentendosi addirittura indignato e sorpreso delle accuse a lui rivolte. Tale azione e’ finalizzata a far sentire la vittima colpevole di aver valutato negativamente il manipolatore e di non aver compreso le sue buone intenzioni.
18. Simulare confusione
Il manipolatore fa finta di nulla, fingendo di non sapere di cosa la vittima sta parlando. Questo atteggiamento getta la vittima in uno stato di confusione arrivando a dubitare del proprio punto di vista e dell’attendibilita’ delle proprie valutazioni.
19. Rabbia esibita
Il manipolatore esibisce la rabbia per spaventare la vittima e spingerla a sottomettersi. In realta’ il manipolatore non e’ arrabbiato ma “recita” il ruolo di essere arrabbiato quando gli vienen negato cio’ che reputa appartenergli.
20. Rabbia repressa
E’ una tattica di manipolazione psicologica usata per evitare il confronto e di dire la verita’ o per nascondere le proprie intenzioni. Tali tattiche spingono la vittima a focalizzarsi sulla relazione violenta piuttosto che sul tema di manipolazione ogni qual volta la vittima si rifiuta di aderire alle richieste del manipolatore.
21. Effetto inclusione
Il manipolatore cerca di irretire la vittima e spingerla a sottomettersi affermando che molte persone hanno fatto qualcosa come quello che lui richiede, sono frequenti frasi come “molte persone come te hanno fatto…” oppure ognuno fa questo”.
Fonte: Psicoadvisor - M. Salerno
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