Il termine bullismo compare nella letteratura scientifica grazie a delle ricerche svolte da Olweus negli anni ‘70; si presenta come un fenomeno diffuso nelle scuole e negli spazi di incontro tra giovani. È necessario che ogni situazione, dove si riscontri un clima di bullismo, venga individuata e arginata nel modo giusto riuscendo a stroncare determinati comportamenti nei confronti di bambini o adolescenti.
Questo tipo di condotta può portare ad una sofferenza psicologica e ad un’esclusione sociale sperimentata da bambini che si ritrovano in modo inconsapevole nel ruolo di vittima, subendo numerose e ripetute umiliazioni da coloro che ricoprono il ruolo di bullo.
Sarebbe necessario avviare in determinati contesti, fra tutti quello scolastico, un programma di prevenzione sul tema del bullismo, effettuando valutazioni su disagio giovanile e fattori individuali, ambientali e familiari che portano ad una messa in atto di comportamenti violenti.
Sono stati individuati varie tipologie di bullismo:
• bullismo indiretto: quando la vittima viene danneggiata nelle sue relazioni attraverso atti di calunnia;
• bullismo diretto: quando nei confronti della vittima vengono riscontrati atti di violenza fisica e/o verbale;
• cyberbullismo: quando gli atti di bullismo avvengono attraverso vie telematiche, per esempio attraverso l'utilizzo dello smartphone, dei social network e chat, riuscendo a diffondere con un'incredibile velocità fotografia o video imbarazzanti per la vittima.
È necessario segnalare queste condotte in maniera tempestiva affinché si possano limitare con maggiore efficacia gli esiti psicopatologi a carico delle vittime e le distorsioni a carico del bullo. Nella diagnosi degli episodi di bullismo viene molto spesso usato il questionario “La mia vita a scuola” (Sharp e Smith, 1995).
Prevenire condotte di bullismo è necessario per il benessere dei singoli. Se credi di essere vittima di bullismo o pensi che qualche tuo conoscente/parente possa essere vittima di tale fenomeno è importante intervenire tempestivamente.
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