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Carla Cavicchini
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Alganesh Fessaha: dal Sinai a Lampedusa, la voce degli ultimi


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Mappa Interattiva - dove le persone incontrano le attività

L’intervista di Carla Cavicchini ad Alganesh Fessaha per G-Channel: traffico di organi, profughi, corridoi umanitari e il valore del Premio Semplicemente Donna.

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Alganesh Fessaha: la donna che salva vite e denuncia l’orrore dei trafficanti

Nel silenzio raccolto del Premio Semplicemente Donna, la voce di Alganesh Fessaha arriva come un vento che attraversa continenti e ferite. Una donna minuta, elegante, ma con una storia che pesa come il deserto in cui ha salvato centinaia di vite.
La giornalista Carla Cavicchini, per G-Channel, l’ha incontrata per raccogliere un racconto che è insieme testimonianza, denuncia e visione di speranza.


“Questo premio è un dono”: il valore del Semplicemente Donna

Per Alganesh, il premio ricevuto non è solo un riconoscimento. È un mezzo per far capire al mondo quanti drammi esistono e come l’impegno volontario possa cambiare destini.

Parla di un’umanità che tende la mano, di un volontariato che unisce culture e Paesi.
Un premio – dice – che ha il merito di diffondere consapevolezza, sia a livello locale che internazionale.


Tra medicina ayurvedica e missioni umanitarie

Alganesh racconta il suo legame con la medicina ayurvedica, praticata per anni e oggi utilizzata solo in casi estremi, quando chi ha bisogno di lei non ha altre alternative.
Tuttavia, spiega come la sua missione principale sia ormai un’altra: il salvataggio fisico, morale e umano delle persone in fuga.


Gandhi Charity: proteggere profughi, donne e bambini

Come presidente di Gandhi Charity, Alganesh opera in diversi campi profughi in Etiopia:

  • oltre 1500 bambini tra i 3 e i 6 anni;
  • centinaia di donne vulnerabili;
  • famiglie che scappano da guerre, persecuzioni e fame.

Inoltre, coordina corridoi umanitari legali, un’alternativa sicura ai viaggi della morte verso l’Europa.
Una risposta concreta alla tragedia di Lampedusa e a tutte le rotte migratorie che ogni giorno inghiottono vite innocenti.


“Nel Sinai ho visto l’inferno”: il traffico di esseri umani

Poi, il cuore dell’intervista.
Con voce ferma, Alganesh racconta sette anni e mezzo trascorsi nel Sinai, tra prigioni clandestine e interventi di salvataggio.

Qui ha visto persone:

  • rapite mentre tentavano di raggiungere Israele;
  • torturate per ottenere riscatti;
  • vendute ai trafficanti di organi se nessuno pagava.

Un’ombra che tocca anche l’Eritrea, dice, dove il sospetto di traffici illegali è stato più volte segnalato anche dalle Nazioni Unite.


Lampedusa: il giorno dopo la strage del 3 ottobre

Dal deserto al mare.
Alganesh ricorda il giorno successivo alla tragedia di Lampedusa: una delle pagine più dolorose della storia recente.

Su invito di Papa Francesco, si è attivata subito per:

  • permettere ai sopravvissuti di contattare le famiglie;
  • offrire supporto psicologico;
  • collaborare con il dottor Pietro Bartolo;
  • assistere i profughi per tre mesi senza sosta.

Un gesto semplice – regalare un telefono – che ha ridato voce a chi aveva perso tutto.


Una testimonianza che diventa monito globale

Infine, con la grazia che accompagna chi ha attraversato l’orrore senza perdere umanità, Alganesh rivolge un ringraziamento a G-Channel.
Un racconto che Carla Cavicchini raccoglie e trasmette come un prezioso strumento di conoscenza.


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