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Verità e falsi miti sull’alimentazione


Verità e falsi miti sull’alimentazione
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Viviamo in un’epoca in cui l’informazione sulla salute è accessibile, ma spesso confusa e contraddittoria. Ogni giorno emergono nuove teorie, mode alimentari e tendenze “miracolose”, mentre molte verità scientifiche restano sepolte sotto il rumore di fondo del marketing e del sensazionalismo. Il risultato è disorientamento. Questo articolo fa chiarezza su alcuni dei miti più diffusi in tema di alimentazione e benessere, offrendo un approccio fondato su evidenze e buonsenso.

1. Il burro non è il nemico del cuore

Per anni il burro è stato demonizzato a causa del suo contenuto di grassi saturi. Tuttavia, ricerche degli ultimi dieci anni (come la metanalisi di Chowdhury et al., Annals of Internal Medicine, 2014) hanno evidenziato che non esiste una correlazione diretta tra il consumo moderato di grassi saturi e il rischio cardiovascolare. Se di buona qualità, il burro fornisce vitamina A, vitamina K2 e CLA (acido linoleico coniugato), con effetti protettivi e antinfiammatori. Ancora più interessante è il ghee, burro chiarificato privo di lattosio e caseina, ricco di butirrato, un acido grasso a catena corta che nutre la mucosa intestinale, sostiene il fegato e favorisce la rigenerazione delle cellule epiteliali.

2. La caseina è presente anche nei formaggi senza lattosio

Spesso si ritiene che eliminare il lattosio basti per rendere i latticini più digeribili. Tuttavia, il vero problema per molte persone è la caseina, una proteina del latte che può generare risposte infiammatorie, allergiche e disfunzioni intestinali. Inoltre, la caseina è associata all’attivazione di fattori di crescita, come l’IGF-1, legati alla proliferazione cellulare (Campbell & Campbell, The China Study, 2005). Chi ha un terreno infiammatorio, un microbiota fragile o patologie croniche dovrebbe valutare con attenzione l’assunzione di latticini.

3. Uova e colesterolo: sfatiamo il mito

Le uova sono state a lungo evitate per timore del colesterolo, ma studi recenti (come quello pubblicato su BMJ, 2020) dimostrano che il colesterolo alimentare ha un impatto minimo sul colesterolo ematico per la maggior parte delle persone. Le uova sono una fonte eccellente di proteine complete, enzimi, vitamine del gruppo B, colina e antiossidanti come la luteina, importanti per il cervello e la vista.

4. Il grasso non fa ingrassare: anzi, può aiutarti a ritrovare equilibrio metabolico

Contrariamente a quanto si è creduto per decenni, il grasso alimentare non è il nemico della linea. Numerosi studi – inclusi quelli alla base della dieta chetogenica – evidenziano che i grassi buoni svolgono un ruolo centrale nella salute cellulare, nel mantenimento dell’equilibrio ormonale e nel supporto della funzione cerebrale. In una dieta a basso contenuto di carboidrati, come la chetogenica, i grassi diventano fonte primaria di energia, aiutando il corpo a stabilizzare la glicemia, ridurre l’infiammazione e favorire la perdita di peso in modo fisiologico, senza sensazioni di fame continua.

5. Gli oli di semi non sono una scelta salutare

Oli come quelli di mais, soia e girasole sono ricchi di omega-6, che, in eccesso, possono favorire processi infiammatori, specialmente se non bilanciati dagli omega-3. La cottura ad alte temperature può inoltre alterare la struttura degli acidi grassi, rendendoli pro-ossidanti. Meglio preferire olio di oliva a crudo o ghee per la cottura.

6. Carne rossa: distinguere i dati, evitare i miti

Nel dibattito sulla salute alimentare, la carne rossa è spesso associata a un aumentato rischio di cancro, in particolare del colon-retto. Tuttavia, questa associazione non implica automaticamente una relazione di causa-effetto; è fondamentale distinguere tra carne rossa fresca e carne processata. Secondo una revisione critica dell’International Agency for Research on Cancer (IARC), le carni lavorate (come salumi, wurstel, affumicati) sono state classificate come “probabilmente cancerogene per l’uomo” (Gruppo 1) a causa dei nitriti, nitrati, sale in eccesso e conservanti chimici. La carne rossa fresca, invece, è stata inserita nel Gruppo 2A (“possibilmente cancerogena”), ma solo in caso di consumo eccessivo e protratto nel tempo, e in assenza di una dieta equilibrata. I fattori di rischio aumentano in soggetti sedentari, con microbiota alterato e dieta povera di fibre vegetali. Dal punto di vista nutrizionale, la carne rossa è una fonte completa di proteine ad alto valore biologico, ricca di vitamina B12, ferro eme (altamente assimilabile), zinco e creatina – nutrienti essenziali per il metabolismo, il sistema nervoso e la salute muscolare. In sintesi, demonizzare la carne rossa in blocco è una semplificazione fuorviante: la chiave sta nella qualità, nella frequenza di consumo e nel contesto di uno stile di vita sano e consapevole.

7. Cereali e glutine: attenzione alla risposta glicemica

Non tutti i cereali sono uguali. Quelli raffinati o consumati in eccesso possono causare picchi glicemici che favoriscono infiammazione, resistenza insulinica e stress ossidativo. In soggetti sensibili o infiammati, anche il glutine può danneggiare la mucosa intestinale (teoria “Leaky Gut” di Fasano). Meglio scegliere cereali integrali e antichi, alternandoli con pseudocereali (come quinoa e grano saraceno) e modulare il consumo.

8. Legumi e frutta secca: attenzione agli antinutrienti

Lectine, fitati e ossalati, presenti in legumi e frutta secca, possono ostacolare l’assimilazione di minerali e irritare l’intestino, specie se consumati in grandi quantità e senza un’adeguata preparazione (ammollo, cottura prolungata, fermentazione). Non vanno esclusi, ma è opportuno consumarli con attenzione, soprattutto in caso di disbiosi o patologie intestinali.

9. Frutta sì, ma con moderazione

Anche la frutta può diventare problematica se consumata in eccesso, specialmente per chi ha una fragilità epatica o alterazioni metaboliche. Il fruttosio in alte dosi può sovraccaricare il fegato e promuovere la steatosi epatica (Lustig, UCSF). Meglio preferire frutta fresca, di stagione, consumata lontano dai pasti principali e in quantità moderate, possibilmente associata al ghee per ridurre l’impatto glicemico.

10. Zucchero: un nemico silenzioso

Lo zucchero, soprattutto quello nascosto negli alimenti industriali, è tra i principali responsabili dell’aumento di obesità, diabete e infiammazione cronica. È importante imparare a leggere le etichette, riconoscendone anche gli alias: destrosio, maltodestrine, sciroppo di glucosio e malto d’orzo. Ridurre drasticamente gli zuccheri semplici è un atto di prevenzione e cura quotidiana.

Conclusione: equilibrio, consapevolezza, personalizzazione

Molti dei messaggi che abbiamo interiorizzato sull’alimentazione derivano da informazioni parziali, obsolete o influenzate da interessi commerciali. La naturopatia integrata, supportata oggi da numerosi studi scientifici, ci invita a riappropriarci della capacità di ascolto del corpo, a distinguere tra ciò che è adatto a noi e ciò che non lo è, e a scegliere con consapevolezza e flessibilità, senza rigidità ideologiche. La verità non è mai assoluta, ma va sempre adattata alla persona, al momento, alla sua costituzione e al suo vissuto.

Sicurezza, qualità e personalizzazione sono i pilastri per un approccio olistico alla salute alimentare.

Ornella Sari
Naturopata e Counselor Bioenergetico a Milano

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