Uno studio condotto da Igor Pavlic e Janko Mededovic dell’Istituto di ricerca criminologica e sociologica di Belgrado e pubblicato sulla rivista serba Psihološka istraživanja, suggerisce che gli psicopatici non impulsivi possano manifestare alcuni effetti funzionali della psicopatia che consentono di avere successo sul posto di lavoro.
Lo studio offre una panoramica delle caratteristiche dei cosiddetti “psicopatici di successo“. Questi soggetti, pur avendo i tratti fondamentali della personalità psicopatica, ottengono successo in più aspetti della vita e riescono ad avere un adeguato controllo sui loro comportamenti. Al contrario gli psicopatici senza successo commettono atti criminali e subiscono ripetute detenzioni.
La ricerca estende le scoperte precedenti che hanno già dimostrato un legame tra capacità di leadership e tendenza ad occupare posizioni manageriali da una parte, e alti punteggi di psicopatia dall’altra.
Per esplorare ulteriormente questo collegamento, la ricerca di Pavlic e Mededovic si concentra sui diversi indicatori che tendono a predire il successo sul posto di lavoro: posizioni manageriali, stipendio, bonus annuale e successo auto-percepito. La mancanza di controllo degli impulsi è stata collegata alla psicopatia senza successo, quindi in questo studio la psicopatia è stata misurata specificamente secondo la scala dei tratti della personalità psicopatica (PPTS) che esclude l’impulsività di tratto come fattore per rilevare la psicopatia.
Poiché il modello PPTS non incorpora le caratteristiche della psicopatia con il più alto potenziale disadattivo (cioè l’impulsività), l’ipotesi dei ricercatori era che le caratteristiche della psicopatia (come la manipolazione spietata e mancanza di empatia) avrebbero avuto associazioni positive con tutti e quattro gli indicatori del successo sul posto di lavoro.
Allo studio hanno partecipato 212 soggetti con una vasta gamma di esperienze lavorative (da alcuni mesi a decenni); la maggior parte dei partecipanti aveva un’istruzione secondaria.
I risultati
I risultati hanno mostrato che chi occupa posizioni manageriali, ottiene più bonus e ha uno stipendio più alto è anche più propenso a manipolare gli altri senza farsi scrupoli. Inoltre, la mancanza di empatia consente di prevedere sia le migliori prestazioni sul posto di lavoro sia l’ottenimento di bonus, mentre il salario medio dipende principalmente dal grado di istruzione.
I ricercatori hanno considerato la possibilità che le persone più spietate riescano ad avere maggiore successo anche negli studi, anche se che poi saranno i titoli di studio più prestigiosi a consentire di avere un salario medio più alto.
I risultati, dimostrando la relazione tra la personalità psicopatica e successo sul posto di lavoro, hanno messo in luce le potenziali conseguenze adattative della psicopatia.
Perché questo successo?
Ma perché questi tipi di psicopatici hanno successo sul posto di lavoro? Il modello suggerito da Babiak spiega che nel contesto delle dinamiche aziendali, le persone con tratti psicopatici, sanno formare coalizioni di convenienza per andare contro ai loro oppositori, manipolano i loro colleghi, incantano i loro superiori e si rappresentano come leader ideali.
Contemporaneamente intimidiscono quelli in posizioni gerarchicamente inferiori fino a creare un ambiente di lavoro tossico.
Quali conseguenze?
Questi tratti psicopatici e la loro associazione alle capacità di leadership aiutano a proporsi come soggetti ideali per le posizioni manageriali.
Inoltre, superficialità emotiva, mancanza di empatia e di rimorso sono facilmente percepiti come forza e autorevolezza, caratteristiche utili a mantenere il controllo in un ambiente di lavoro stressante e dinamico come quello aziendale (Babiak et al., 2010).
Alla luce di questo studio ci si chiede, considerato il potenziale adattativo di alcuni tratti psicopatici, in particolare negli ambienti lavorativi, quali sono le implicazioni di una più probabile presenza di psicopatici in posizioni di potere? Cosa rischia una società di grandi manager manipolatori e poco empatici?
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