Cosa sono i test psicoattitudinali
I test psicoattitudinali sono degli strumenti di indagine psicologica che hanno lo scopo di valutare le nostre attitudini. In altri termini, ci consentono di misurare in modo quantitativo alcune caratteristiche o risorse psicologiche che si ritiene siano indicatrici di una attitudine o più, cioè disposizioni personali verso una determinata attività. Solitamente questo tipo di test attitudinali si fonda su una determinata teoria che mette in relazione una o più risorse psicologica con un comportamento o una condotta: in questo modo si tenta di predire l’esito di una futura performance tipica di una certa attività. Per questo, l’uso elettivo dei test psicoattitudinali avviene nell’ambito dell’orientamento professionale (e in quello scolastico) in modo da comprende quali siano i settori occupazionali più coerenti con le caratteristiche della persona valutata, oppure della selezione del personale, per valutare se il candidato alla posizione in oggetto sia davvero la persona più idonea a ricoprirlo. Alcune caratteristiche importanti di un buon test psicoattitudinale sono:
- la validità, cioè il fatto che il nostro test vada a misurare effettivamente ciò che dichiara e non altre cose: ciò rende lo strumento preciso;
- l’attendibilità, cioè il fatto che la misura che permette sia costante nel tempo e non vari in modo eccessivo in circostanze diverse: ciò rende il nostro test affidabile.
Validità e attendibilità di un test psicoattitudinale vengono verificate mediante specifiche tecniche statistiche. Importante anche, nel valutare la qualità del nostro test, è la solidità della teoria su cui si fonda: più il costrutto di riferimento è solido e definito, più è probabile che lo strumento che lo valuti possa garantire una buona resa, anche in senso predittivo.
Come funzionano i test psicoattitudinali
La maggior parte dei test psicoattitudinali sono costituiti da questionari in cui è chiesto al candidato di rispondere a domande oppure di indicare il proprio accordo ad affermazioni. Nel primo caso si vanno a misurare in particolare le capacità cognitive e di problem solving, nel secondo gli atteggiamenti (che in inglese si chiamano appunto attitude) verso certi temi o situazioni. L’idea di fondo è che conoscendo i nostri meccanismi di funzionamento psicologico si possano ricavare indicazioni circa il nostro modo di comportarci. Oltre al funzionamento cognitivo (come risolviamo i problemi e come ci spieghiamo la realtà), alcuni test psicoattitudinali vanno a indagare la personalità del candidato. Anche in questo caso l’ipotesi sottostante è che a determinati “tipi” psicologici corrispondano comportamenti tipici. Normalmente un buon test psicoattitudinale viene costruito tenendo conto di un possibile errore di misura, che può essere legato all’imprecisione dello strumento, ma anche al fatto che chi risponde non dica la verità (non necessariamente con cattive intenzioni). Per questo, sempre con il ricorso a tecniche statistiche, vengono inseriti dei meccanismi di controllo che appunto vanno a ridurre il peso dell’errore. Quindi, alcune raccomandazioni per un buon funzionamento dei test psicoattitudinali per chi li svolge sono:
- prestare attenzione alle indicazioni date, rispettando in modo preciso la consegna;
- chiedere lumi se qualcosa non viene compreso o è sfuggito;
- mantenere il più possibile un atteggiamento calmo e rilassato, in modo da non rimanere eccessivamente influenzati dall’ansia di prestazione;
- evitare di “ingannare” il test.
Anche chi somministra dovrà fare molta attenzione al rispetto delle consegne, sia nelle indicazioni sulla compilazione, sia circa modalità e tempi sulla stessa.
Chi può somministrare test psicoattitudinali?
La normativa italiana su questo punto è ben chiara: solo uno psicologo o uno psichiatra può somministrare test psicologici dalla quale si può partire per elaborare un profilo di personalità.
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