AGGIORNATO AL: 10/06/2025 06:01:06
ISCRITTICANALIISCR.CANALIPOSTVISITE
2823532490670773606588
NaturePath di Ornella Sari
81 Iscritti al canale
4454 View

Quando non sappiamo cosa sentiamo (Il corpo però lo sa già)


Quando non sappiamo cosa sentiamo (Il corpo però lo sa già)
0
0
44


Capita spesso: ci muoviamo nella giornata con il pilota automatico inserito, rispondiamo alle richieste e facciamo ciò che "va fatto". E dentro… qualcosa si spegne. Non sappiamo più bene cosa stiamo provando. Non è rabbia, né tristezza, né gioia o pace, ma una nebbia emotiva. È un’assenza. Una distanza da noi stessi.

Eppure, il corpo continua a parlare, come ha sempre fatto:

  • un peso costante tra le scapole

  • una pressione allo stomaco dopo i pasti

  • insonnia che bussa di notte

  • fiato corto, anche quando tutto sembra andare bene

  • una stanchezza che non si spiega con le ore dormite

Il corpo sa prima della mente: registra, trattiene, compensa. Quando non sappiamo più cosa sentiamo, può significare che abbiamo attraversato troppo, troppo in fretta, senza il tempo né lo spazio per integrare e sentire davvero.

Molte persone non sono abituate a sentire il corpo. Non ci è stato insegnato a stare nelle sensazioni. Anzi, spesso abbiamo imparato – per necessità o per protezione – a staccarcene: a salire "di sopra", nella testa, nel controllo e nel fare. Ma quando ci allontaniamo dal corpo per non sentire il dolore, ci allontaniamo anche dalla nostra vitalità, dal nostro centro e dalla nostra vera natura.

Nel counseling corporeo non cerchiamo risposte giuste, ma le verità sentite nel corpo. Ci alleniamo a restare nell'ascolto, anche quando ciò che emerge è disordinato, scomodo o poco chiaro. Senza giudizio e senza pretese di sollievo immediato, impariamo a stare con ciò che c'è, senza forzare né etichettare. Solo restando. Il corpo diventa la nostra bussola.

Attraverso l’ascolto bioenergetico, impariamo a:

  • riconoscere il linguaggio delle tensioni

  • accogliere il bisogno nascosto dietro un sintomo

  • dare voce a parti dimenticate, mute da troppo tempo

Questo tipo di ascolto non è solo mentale: è esperienziale, vivo e incarnato. Richiede presenza, ma soprattutto la disponibilità ad abbandonare il giudizio verso noi stessi. Non sempre possiamo cambiare ciò che ci circonda, ma possiamo ritrovare un punto stabile dentro di noi, un luogo interiore da cui guardarci e ascoltarci con onestà, e da lì iniziare a scegliere – non per reazione, ma per riconoscimento.

Quando non sai cosa senti, non è un errore. È l’inizio. È il corpo che ti invita a rientrare.

Ornella Sari
Naturopata e Counselor Bioenergetico a Milano

Condividi


I commenti degli utenti:

Non sono presenti commenti di altri utenti