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Psicologo delle cure primarie


Psicologo delle cure primarie
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Lo psicologo delle cure primarie può fare la differenza per il benessere della collettività

L’obiettivo dello psicologo di cure primarie è quello di garantire benessere psicologico di qualità nella medicina di base e sul territorio.

Il disegno di legge intitolato ‘Istituzione dello psicologo di cure primarie’ è stato illustrato in Senato il giorno 16 luglio 2020 dalla prima firmataria, la senatrice Paola Boldrini, capogruppo del Pd nella Commissione Sanità.

Alla conferenza stampa erano presenti anche David Lazzari, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Mario Falconi, presidente del Tribunale dei diritti e doveri del medico e Antonio Panti, della Commissione deontologica della Fnomceo, i quali si sono espressi a sostegno del DDL, essendo solidali e credendo nei principi sui quali si fonda.

Il DDL, in quanto iniziativa legislativa, rappresenta il primo passo verso la realizzazione concreta del servizio. Seguirà l’iter canonico: verrà annunciato all’Assemblea e assegnato alla Commissione competente per essere approvato alla Camera.

L’OMS calcola che nel mondo ci siano 450 milioni di persone che soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento, e che la gran parte di questi disturbi non siano né diagnosticati né trattati (OMS 2001).

Ed il numero continua a crescere con un conseguente impatto sulla salute e sui principali aspetti sociali, umani ed economici in tutti i Paesi del mondo. (Epicentro, ISS, 11 ottobre 2020).

Sono oltre 50mila le telefonate arrivate, con un vero e proprio picco di chiamate giornaliere durante il lockdown, al numero verde di supporto psicologico, attivato nel mese di aprile 2020 dal ministero della Salute e dalla Protezione Civile per l’emergenza Covid-19. Il servizio ha registrato un alto grado di soddisfazione degli utenti nel periodo di attività; a chiamare molti anziani ma anche studenti; l’età media registrata è di 49 anni. Le motivazioni di chi utilizza il servizio sono legate a stati di ansia (14%), depressione (13%) o più frequenti stati di preoccupazione generalizzata e altre problematiche pregresse emerse a causa dell’emergenza (oltre il 40%). Merita attenzione il dato di persone con problemi di irritabilità (2%), con disturbi del ciclo sonno-veglia (2%), con problemi di relazione (1,2%), e quelle che hanno richiesto aiuto nell’elaborazione di un lutto (3,2%) non necessariamente legato al Covid-19 (Comunicato n. 189, 11 giugno 2020, Ministero della Salute).

In Italia solo il 60% di chi riferisce sintomi depressivi ricorre all’aiuto di qualcuno, rivolgendosi soprattutto a medici e operatori sanitari (Sorveglianza PASSI, Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, periodo 2015-2018).

Nel 2018 il portale AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha rappresentato un dato allarmante: rispetto all’anno precedente, infatti, è aumentato dell’8% il numero di italiani a cui è stato somministrato un farmaco per combattere ansia, nevrosi, attacchi di panico e insonnia. (Rapporto OsMed 2018)

Nel 2017 circa 3,7 milioni di italiani hanno assunto psicofarmaci, mentre il consumo di benzodiazepine è stato 50 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti. Dati allarmanti a cui va aggiunto il sommerso, nonché il numero di persone che, pur avendo bisogno, per vergogna, decidono di non farsi aiutare (AIFA).

La riflessione sull’organizzazione dell’assistenza psicologica si colloca all’interno di uno scenario che comprende sia la crescita progressiva della domanda psicologica da parte dei cittadini, sia il cambiamento degli scenari dei percorsi di cura che richiamano sempre con maggiore insistenza alla qualità della cura, includendo necessariamente l’aspetto psicologico e relazionale, aspetto, inoltre, presente nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

L’obiettivo della psicologia di cure primarie è quello di garantire benessere psicologico di qualità nella medicina di base, sul territorio, vicino alla realtà di vita dei pazienti, alle loro famiglie e alla comunità.

Nuovo obiettivo per la medicina territoriale?

Al fine di rendere la medicina territoriale in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno dell'utenza si dovrebbe immaginare di creare dei poli - ambulatoriali capaci di accogliere i bisogni psico - fisici in toto.

 

 

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