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La testimonianza che insegna il coraggio e salva vite
Ci sono incontri che non si dimenticano, lezioni che non fanno parte del programma scolastico, ma che restano scolpite nella coscienza.
È quello che è accaduto agli studenti del liceo che hanno ascoltato la testimonianza di Linda Moberg, già premiata come Donna Coraggio al Premio Semplicemente Donna.
Linda entra in aula, guarda negli occhi i ragazzi, e pronuncia parole che hanno il peso di una vita intera:
“Aiutami tu a gridare in silenzio. Perché non siamo tutti capaci di parlare.
Non tutti abbiamo il coraggio.
Ma qualcuno deve parlare anche per chi non ha voce. Io questo lo faccio.”
Un’aula immobile. Nessuno respira.
Perché Linda non sta solo raccontando la sua storia: la sta donando, come un gesto di resistenza, come un atto d'amore verso chi potrebbe trovarsi nel suo stesso inferno.
Sopravvissuta. Non solo per sé, ma per chi non c’è più
Linda ricorda quel giorno in cui suo figlio le salvò la vita.
Ricorda la violenza.
Ricorda la paura.
Ricorda la forza che non sapeva di avere.
E poi lo dice, con la voce rotta e allo stesso tempo potentissima:
“Io lo faccio nella memoria di chi non ce l’ha fatta.
Potevo essere io.
E lo faccio per aiutare altre donne e le loro famiglie.”
Non è semplice parlare di violenza domestica.
Non è semplice guardare negli occhi ragazzi di 16, 17 anni e mostrare loro cosa significa sopravvivere. Ma Linda lo fa, perché non vuole più sprecare tempo.
Perché sa che una parola detta al momento giusto può salvare un futuro, una vita, un’intera famiglia.
Una testimonianza che rompe il ciclo della paura
Nel suo racconto, Linda ricorda anche che il suo aggressore non era un estraneo, né un “mostro” nel senso comune del termine: era un imprenditore, una persona insospettabile agli occhi di molti.
Un messaggio chiaro e necessario per i ragazzi:
la violenza non ha un volto stereotipato, non appartiene a una categoria sociale, non è riconoscibile al primo sguardo.
E proprio per questo, parlarne è fondamentale.
Perché queste testimonianze servono
Perché educano.
Perché smuovono coscienze.
Perché fanno capire ai giovani che non devono ignorare i segnali, che devono chiedere aiuto, che devono essere la voce di chi non riesce più a parlare.
Linda Moberg lo sa bene: la prevenzione inizia dalla scuola, dalla cultura, dal coraggio di ascoltare e di raccontare.
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