



Spesso indossiamo maschere per proteggerci da emozioni dolorose, paure o giudizi — non solo quelli degli altri, ma anche quelli interni, che verso noi stessi possono essere ancora più duri e limitanti. Queste maschere, vere e proprie strategie di difesa, ci aiutano a “sopravvivere” nelle relazioni e nella vita quotidiana, ma possono anche allontanarci dalla nostra autenticità e dal contatto profondo con il corpo e le emozioni.
Secondo il modello descritto da Madeddu nel libro I meccanismi di difesa, le resistenze e le maschere che adottiamo sono espressione di diversi meccanismi psicologici. Ecco i principali:
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Negazione: Rifiutare di riconoscere un aspetto della realtà o di sé per evitare il dolore. Ad esempio, negare di essere stanchi o malati.
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Rimozione: Spostare dalla coscienza pensieri o ricordi sgradevoli, anche se continuano a influenzare il comportamento in modo inconscio.
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Proiezione: Attribuire ad altri sentimenti o impulsi propri che non si riescono ad accettare.
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Razionalizzazione: Giustificare comportamenti o emozioni con spiegazioni logiche per mascherare motivazioni più profonde o conflitti inconsci.
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Repressione emotiva: Bloccare o evitare l’espressione delle emozioni per paura di perderne il controllo o di essere vulnerabili.
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Scissione: Dividere le esperienze o le persone in “tutto buono” o “tutto cattivo”, evitando la complessità e la coesistenza di aspetti contrastanti. Questo meccanismo può manifestarsi come difficoltà a integrare emozioni e aspetti contrastanti della propria identità.
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Spostamento: Trasferire sentimenti da una persona o situazione “pericolosa” a un’altra ritenuta più sicura.
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Formazione reattiva: Agire in modo opposto a ciò che realmente si sente per difendersi da impulsi ritenuti inaccettabili.
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Idealizzazione e svalutazione: Vedere qualcuno o qualcosa come perfetto e privo di difetti, o al contrario, come totalmente negativo, per evitare conflitti interni.
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Freezing (congelamento): Un meccanismo di difesa in cui, di fronte a una minaccia percepita, la persona si blocca emotivamente e fisicamente, come per “congelarsi” e non essere visibile o attaccabile. È una risposta antica del sistema nervoso che aiuta a evitare il pericolo, ma se diventa cronica può portare a un senso di immobilità interiore, difficoltà a esprimere emozioni e stallo nel cambiamento.
I giudizi interni: le maschere più insidiose
Non solo gli altri, ma anche noi stessi spesso indossiamo maschere alimentate dai nostri giudizi interiori — critiche, rimproveri, aspettative rigide. Questi giudizi possono diventare potenti meccanismi di difesa, spingendoci a nascondere parti di noi che percepiamo come “inadeguate” o “imperfette”. Imparare a riconoscere e accogliere questi giudizi, senza identificarci completamente con essi, è fondamentale per dissolvere le maschere e vivere in modo più autentico.
Esempi di Maschere Comuni e i loro Meccanismi di Difesa
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La Maschera del “Bravo” Questa maschera nasce dalla necessità di ottenere approvazione e sentirsi accettati. Il “bravo” si impegna sempre, cercando di essere impeccabile e di non sbagliare, non per un vero piacere personale, ma per evitare critiche o rifiuti. Meccanismo di difesa: Formazione reattiva.
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La Maschera del “Buono” Il “buono” tende a mettere sempre gli altri prima di sé e a dire di sì anche quando vorrebbe dire no, per evitare conflitti o sentirsi abbandonato. Spesso nasconde rabbia o risentimento, ma non li esprime per paura di perdere amore o riconoscimento. Meccanismo di difesa: Repressione emotiva e Negazione.
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La Maschera del “Perfetto” Chi indossa questa maschera si sforza di mantenere tutto sotto controllo, mostrando un'immagine impeccabile per tenere lontano il senso di vulnerabilità o insicurezza. Meccanismo di difesa: Razionalizzazione e Idealizzazione.
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La Maschera del “Forte” Questa persona nasconde la propria fragilità dietro un'apparenza di invulnerabilità e autosufficienza, evitando di mostrare debolezza o il bisogno di aiuto. Meccanismo di difesa: Negazione e Soppressione.
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La Maschera del “Ribelle” Utilizzata per difendersi da un senso di impotenza o mancanza di controllo, si manifesta con opposizione costante e critica verso autorità o regole, anche se vi è un desiderio inconscio di accettazione. Meccanismo di difesa: Proiezione e Spostamento.
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La Maschera del “Seduttivo” Chi la indossa cerca attenzione e favore degli altri tramite fascino o apparenza, nascondendo un bisogno profondo di riconoscimento e amore, nonché la paura di non essere abbastanza. Meccanismo di difesa: Proiezione, Formazione reattiva e Rimozione.
Il corpo come teatro delle maschere
Nel counseling bioenergetico, il corpo è la sede primaria in cui queste maschere si manifestano. Tensioni muscolari, blocchi energetici e difficoltà nel sentire il proprio sé profondo sono segnali di queste difese. Rimuovere o alleggerire queste maschere significa imparare a riconoscere e accogliere le emozioni nascoste, sciogliere le tensioni e restituire al corpo la sua naturale vitalità.
La trasformazione parte dall’ascolto e dall’autoesplorazione
Prendere consapevolezza dei propri meccanismi di difesa, inclusi i giudizi interiori, è il primo passo verso una maggiore libertà interiore. Il percorso di counseling bioenergetico aiuta a mettere in luce queste resistenze, a scioglierle con esercizi esperienziali e a coltivare una relazione più autentica e amorevole con sé stessi. Se senti il bisogno di lasciar cadere le maschere e scoprire il tuo vero sé, contattami per una consulenza personalizzata. Il viaggio verso l’autenticità è possibile, a partire dall’ascolto profondo del corpo e delle emozioni.
Ornella Sari
Naturopata e Counselor Bioenergetico a Milano
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