



Viviamo in una cultura che ci spinge a “capire” tutto: a dare un nome, una spiegazione, una risposta veloce. Capire è un atto della mente. È utile, ci dà l’illusione del controllo. Ma spesso resta solo lì: nella testa.
Comprendere è qualcosa di diverso. È sentire. È accogliere. È lasciarsi toccare. È un atto che coinvolge il corpo, non solo la mente. Le emozioni, infatti, non sono concetti astratti: si esprimono nel corpo. Sono risposte biologiche, agite o meno. La rabbia stringe la mandibola, la paura chiude il respiro e la gioia apre il petto. Siamo il nostro corpo, ed è lì che le emozioni si manifestano, spesso prima ancora che la mente possa “capirle”. Secondo Daniel Goleman, l’intelligenza emotiva si basa proprio sulla capacità di riconoscere le emozioni nel momento in cui si attivano, di ascoltarle senza reprimerle o reagire in automatico. Ma questo processo non è solo mentale: è un ritorno al corpo, alla consapevolezza incarnata.
Due Gradi di Verità
Esistono due livelli di verità: – La verità a pelle, immediata e viscerale. È la risposta del cervello emotivo, il primo ad attivarsi per la sua connessione con la nostra sopravvivenza. – La verità dove solo empatia e autenticità riescono ad arrivare, più profonda e che richiede presenza. È quella che si raggiunge quando siamo disposti a stare nel sentire, senza giudizio, quando comprendiamo davvero con tutto il nostro essere.
Comprendere è trasformare. È fare spazio dentro di sé, dare voce al corpo e accogliere ciò che ci abita.
La Spiritualità del Corpo
Spesso dimentichiamo che la spiritualità non è qualcosa di "in alto", lontano ed etereo. Tutte le grandi tradizioni spirituali ci ricordano che il corpo è parte integrante del cammino.
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Nel buddhismo, la meditazione comincia dal respiro e dalla presenza corporea: stare seduti, respirare, sentire. Il corpo è il primo tempio in cui osservare la realtà così com’è.
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Nel sufismo, il corpo è danza, estasi e rotazione: attraverso il movimento l’ego si dissolve e il cuore si apre al divino.
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Nell’induismo, il corpo è sacro, attraversato dall’energia sottile (prana), e i chakra sono punti di connessione tra corpo, mente e spirito.
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Nel cattolicesimo, il corpo non è mai secondario: si prega in ginocchio, ci si segna con l’acqua e si riceve il pane come corpo di Cristo; il corpo stesso è sacramento, luogo di incarnazione e redenzione.
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Nell’Islam, il corpo partecipa pienamente alla preghiera attraverso movimenti precisi e ritmati. La prostrazione non è solo simbolo, ma totale consegna fisica e spirituale a Dio, nell’unità tra interno ed esterno.
In ogni via autentica, non si ascende senza prima scendere nel corpo, perché è nel corpo che tutto accade: è lì che le emozioni si imprimono, si conservano traumi, memorie e risposte antiche, ed è solo attraverso il corpo che può avvenire la catarsi.
La catarsi, o liberazione, non è un’idea. È un tremore, un pianto, un respiro che finalmente si apre, un gesto che scioglie, una voce che rompe il silenzio, un movimento che ridà vita. Il corpo custodisce tutto, e solo nel corpo tutto può trasformarsi.
Dal Pensare al Sentire: Il Cammino della Trasformazione
Comprendere significa anche discendere: dalla mente al cuore, dal cuore al corpo, dal corpo all’anima. È un cammino che non punta verso l’alto, ma verso il centro, perché è lì, nel cuore del corpo, che possiamo finalmente incontrarci.
Nei miei percorsi non insegno solo a capire lo stress o le emozioni; accompagno le persone ad ascoltare il corpo, a riconoscere i segnali, a fidarsi del sentire. Solo ciò che è profondamente compreso può essere liberato, e solo chi impara ad abitare il proprio corpo può davvero conoscersi.
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Ornella Sari
Naturopata e Counselor Bioenergetico a Milano
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