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Il DNA spazzatura: un’antenna di biofotoni Pt.1


Il DNA spazzatura: un’antenna di biofotoni Pt.1
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Il 95% del nostro DNA emette e riceve biofotoni, che scambiano informazioni con l’ambiente e con il vuoto quantistico: come influisce questo meccanismo sulla nostra salute?

Una scoperta semplice ma rivoluzionaria ha rivelato che le nostre cellule contengono ed emettono luce. Gli studi pionieristici del professor Fritz Albert Poppe e i suoi successivi sviluppi hanno permesso di comprendere come ogni essere vivente emetta costantemente una radiazione ultradebole, denominata biofotone, equiparabile alla visione della fiamma di una candela posta a 20 km di distanza.

L’emissione biofotonica del DNA

Ancora più sorprendente è la scoperta che questa emissione ultradebole origina nel DNA. Tradizionalmente, il DNA è stato considerato esclusivamente come la molecola che contiene le informazioni genetiche necessarie per la sintesi delle proteine, alla base dell’identità degli organismi viventi. Tuttavia, queste funzioni sono eseguite solo dal 5% del DNA; il restante 95% veniva definito "DNA spazzatura" proprio perché, fino a poco tempo fa, non se ne conosceva l’utilità.

I nuovi studi hanno conferito dignità biologica a questa porzione, assegnandole un ruolo fondamentale nel funzionamento dei sistemi viventi e guidando i processi cellulari. Questa parte di DNA agisce come un’antenna, ricevendo ed emettendo segnali luminosi, trattenendo e rilasciando fotoni. Attraverso i fotoni vengono trasmesse le informazioni che regolano le attività fisiologiche, i processi cellulari, le reazioni biochimiche, la conduzione degli impulsi nervosi, la regolazione del sistema immunitario e l’alternarsi dei ritmi biologici, contribuendo così al mantenimento della vita.

La vita, infatti, deriva dalla luce ed è sostenuta da informazioni energetiche ben precise, che non lasciano spazio alla casualità. Le reazioni biochimiche che si susseguono all’interno di un ciclo biologico non avvengono per caso, ma grazie a informazioni provenienti dal vuoto quantistico che permettono la selezione non casuale del partner molecolare. Questo meccanismo riduce il caos potenziale di una selezione casuale, di conseguenza diminuendo l’entropia del sistema. Il ricevimento dell’informazione dal vuoto quantistico è possibile solo se il sistema vivente è aperto a uno scambio con l’ambiente esterno.

Sistemi aperti, chiusi ed entropia: l’uomo è un organismo dissipativo

L’essere vivente non è un elemento chiuso, autosufficiente e ripiegato su se stesso, poiché i sistemi chiusi tendono a un ineluttabile aumento dell’entropia, al disordine, all’equilibrio termodinamico e infine alla morte. L’uomo, invece, è un sistema aperto che comunica con l’ambiente circostante e ne riceve informazioni; è una struttura dissipativa, per dirla con Ilya Prigogine, in grado di ricevere energia tramite i biofotoni, mediatori di informazione caratterizzati da un alto grado di coerenza e stabilità.

I biofotoni si diffondono e si dissipano simultaneamente in tutto il sistema in maniera ordinata e coerente, inducendo nei vari organi vibrazioni e reazioni biochimiche altrettanto ordinate. Questo permette all’uomo di adattarsi continuamente all’ambiente, ricevere nuove e stimolanti informazioni e mantenersi lontano dall’equilibrio termodinamico, rimanendo così vicino al dinamismo della vita.

Le informazioni ambientali, veicolate dai fotoni, innescano i meccanismi di regolazione dei processi biofisici e biochimici a vantaggio della vita. Solo i fotoni possono coordinare le funzioni biologiche in modo ordinato, iperveloce e olografico, garantendo un campo di vibrazione cellulare coerente che abbassi i livelli di entropia e renda il sistema meno caotico, condizione essenziale per il mantenimento della salute.

L’efficacia dei fotoni nel dirigere in maniera precisa e non casuale le reazioni biochimiche si manifesta in sistemi coerenti da un punto di vista quantistico, in cui molecole biologiche e biofotoni sono fortemente interconnessi. Un sistema è considerato coerente se possiede una bassissima entropia, ossia se rilascia energia e la riceve costantemente dall’esterno, ulteriore prova che l’uomo non è isolato dall’ambiente.

Un campo di vibrazione cellulare coerente garantisce inoltre una migliore trasmissione delle informazioni in tutto il sistema, proteggendole da interferenze casuali - come quelle provenienti da batteri o sostanze tossiche - che potrebbero alterare l’armonia vibrazionale esistente e compromettere la salute.

La legge della coerenza quantistica rappresenta il presupposto fondamentale dal quale scaturiscono gli elementi frattali che originano tutto ciò che osserviamo nell’universo, compresi i nostri organi. Essa è alla base della forma, con la vibrazione coerente che determina la morfogenesi. Il frattale, infatti, è l’evidenza macroscopica dello stato di vibrazione coerente del vuoto quantistico, un sistema quantistico macroscopico che trova le sue radici in un sistema quantistico microscopico da cui origina.



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