



🧱"Era un muro grigio, sporco, imbrattato da scritte offensive. Oggi è diventato un racconto a colori. Un inno alla Resistenza, alla bellezza, alla partecipazione."
Mi chiamo Clara Bertolo, sono assessora a Collegno e vi voglio raccontare una delle esperienze più emozionanti che abbiamo vissuto in questi mesi: la trasformazione di un muro in corso Papa Giovanni XXIII in un murales della memoria collettiva.
Un’opera che nasce da un’idea semplice ma potente: rendere visibile e viva la Resistenza nel presente, coinvolgendo chi più di tutti ha il diritto di immaginare il futuro — i giovani.
🧑🎨 Tutto è iniziato con la Scuola di Resistenza 10093, un percorso che ha acceso riflessioni profonde grazie a storici come Carlo Greppi, Chiara Colombini, Bruno Maida, Nicola Adduci.
Dopo aver ascoltato, discusso e condiviso, i ragazzi hanno voluto lasciare un segno concreto in città. Così è nata l’idea del murales: uno spazio prima degradato è diventato una grande tela urbana.
🎨 Nel murales troviamo un megafono, simbolo della voce che oggi i giovani vogliono usare per raccontare la loro Resistenza.
Ci sono i papaveri rossi, segno di memoria e sacrificio.
E poi una frase potente di Nuto Revelli, partigiano e alpino: perché è fondamentale sapere cosa è successo, per non tornare indietro.
⏳ Il lavoro è durato un mese, tra imbiancatura, progetto grafico, giornate di pioggia, ma anche tanti sorrisi e momenti di condivisione.
Sono stati i giovani stessi a individuare il muro, a segnalare lo stato di degrado, e a chiedere di poterlo riqualificare.
Insieme a loro si sono uniti i ragazzi di Piazza Ragazzabile, gli animatori urbani, e anche i residenti del condominio, che hanno accolto e sostenuto il progetto. Un vero esempio di cittadinanza attiva!
🧓👦 Durante i lavori abbiamo visto passare anziani commossi, altri giovani incuriositi, famiglie. Tutti hanno sentito che qualcosa di importante stava nascendo.
Questa non è solo arte urbana: è una memoria che prende forma, è resistenza culturale, è antifascismo praticato.
💬 Come ha detto anche Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio regionale, l’eco di questo progetto è arrivata lontano: altre province del Piemonte stanno replicando il modello Collegno. E nel 2026 potremmo avere una Scuola di Resistenza in ogni provincia.
Perché parlare oggi di antifascismo è più urgente che mai.
La Resistenza non è finita nel 1945: ogni giorno, oggi come allora, dobbiamo resistere all’indifferenza, all’odio, all’autoritarismo.
💡 Questo murales è il simbolo di una memoria attiva, giovane, condivisa. Un messaggio forte che parte da Collegno e parla a tutta l’Italia.
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