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Io non volevo neanche andarci al parco…


Io non volevo neanche andarci al parco…
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Qui i parchi aprono alle 17, ovviamente per il caldo, che pur se secco ti avvolge e ti strapazza all’inverosimile. Sono già le 18 e alle 19 qui è buio.
Che faccio, vado, non vado??? Chiamo Uber? Quanto ci vorrà…??
Poi mi dico, se apre alle 17 vuol dire che anche al buio la gente ci sarà! Certo, siamo sempre in Arabia Saudita…mah 
Alla fine, mi decido e vado. 
Arrivo alle 18.30, un traffico pazzesco in un posto a me sconosciuto fino all’inizio di questo viaggio! In neanche mezz’ora è già buio. 
Chiedo a che ora inizia lo spettacolo delle fontane, attrazione principale del parco King Abdullah Environmental, e mi dicono alle 19. Allora prendo un dolcino che ci sta sempre, e mi siedo di fronte alla fontana. 
Si aggiunge una donna che mi chiede se può sedersi, e inizia a parlare in video call con un’amica o parente non so. A un certo punto mi chiede se mi da fastidio, perché si sa che gli arabi siano famosi per discrezione e tono di voce😂, e io le dico di no, di stare tranquilla che tanto non capisco nulla, per me è arabo!
Lei ride, e l’altra le chiede con chi stia parlando, così le dice con me e mentre mi chiede da dove arrivi, l’altra si incuriosisce e mi vuole vedere. Finisco in una video call Saudita a salutare gente che non conosco, mentre si sorprendono di una turista donna, solitaria nel loro paese. 
Da qui inizia l’esperienza di una vita, e la risposta alle mille domande che ricevo sul perché viaggi da sola. 
In pochi minuti arrivano le figlie, 2 giovani ragazze, che subito mi chiedono il nome, da dove arrivi, se abbia figli, marito ecc le solite domande 😂 Ma quando dico single, le figlie approvano calorosamente e diventa tutto un Wow, un fantastico ecc. 
Da questo momento, inizia una sfilza di ulteriori domande in uno stentato inglese, che non limita sicuramente la curiosità femminile, e poi alla fine ci capiamo. Siamo donne e che cavolo!
Vado un attimo a fare il video delle fontane, perché nel frattempo è partito lo spettacolo e mi sembra un peccato perdermelo.
Non appena torno, trovo seduti al tavolo anche il marito e il nonno, deduco padre di lui; e al padre che se la cava bene con l’inglese, tocca il compito di soddisfare la curiosità sua e di tutta la famiglia.
Tra una domanda e l’altra, su quali altri paesi arabi abbia visitato, sull’eventuale interesse a studiare l’arabo, fosse per me vorrei parlare tutte le lingue per poter comunicare in ogni singolo paese del mondo!, e tra un selfie e l’altro, mi chiedono se mi va di fare una foto con loro. Certo che sì! 
Ma qui è ovvio che le foto le faccia ancora il fotografo, sempre presente alle feste. 
E così tutti davanti alla cornice a fare la foto ufficiale, e mentre io penso che dovrò chiedergli di farmela fotografare per averne una copia, scopro invece che l’hanno fatta fare per me!
Dopo pochi minuti infatti la foto si materializza nelle mie mani, in una stampa che rappresenta uno dei momenti più emozionanti e fantastici della mia esperienza di viaggiatrice solitaria. 
Si ride, si ride tanto, soprattutto del look total black loro rispetto ai miei colori, e alla fine si ride ancora di più in macchina mentre mi accompagnano in hotel. Fortuna che la macchina è una Range Rover, perché così una delle figlie può sedersi dietro, praticamente nel portabagagli, senza almeno esservi chiusa dentro!, per lasciare il posto a me. 
Durante il tragitto si ride ancora, tra ulteriori domande, traduzioni, mie improbabili ripetizioni di arabo, la madre che se la ride con le lacrime prendendo in giro il marito, e le figlie che aggiungono del loro quando lui sbaglia strada! 
E continuano le foto con i cuori, mentre ci scambiamo i “seguimi” sui social, e i numeri di telefono con i quali spero mi mandino i video e altre foto fatte con i loro cell, e che serva a non perdersi nel tempo. 
Alla fine si arriva in hotel e mi dispiace molto che questo momento finisca così presto. 
Ma i saluti non possono terminare senza l’attenzione del padre nei miei confronti, invitandomi a scrivere subito a sua figlia per qualunque necessità. 
E poi l’ultimo goodbye…che non può essere per sempre ❤️

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