La sindrome da bornout, dal termine inglese che significa "bruciato", "scoppiato", indica una sitauazione di esaurimento e un deterioramento della capacità individuali in ambito lavorativo.
Colpisce le cosiddette professioni di aiuto (helping profession), ossia medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, insegnanti, in altre parole tutti coloro che svolgono un'attività a stretto contatto con il prossimo e in cui l'impatto e il coinvolgimento emotivo sono elevati.
Il burnout produce stanchezza cronica, un senso di affaticamento, sia a livello fisico che psicologico, che spesso moltiplica i certificati medici e alimenta il mercato delle aziende farmaceutiche con l'acquisto di ansiolitici e antidepressivi. Il soggetto tende a ripiegarsi su se stesso o a scaricare la propria conflittualità su colleghi e amici, intaccando la sfera delle relazioni sociali.
Le aspettative della persona vengono deluse ed essa sperimenta un sentimento di frustazione che, se prolungato nel tempo, può condurla alla perdita del controllo sui propri impulsi. L'operatore non si sente realizzato nel lavoro e comincia a svalutarsi sul piano professionale e personale, non riesce a frenare tale crollo di fiducia e i nuovi impegni appaiono insostenibili.
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