Si perde nella notte dei tempi l'idetità ebraica della Sicilia e della bella città ionica. Una storia partita dall'ultima diaspora del 70 d.C. e proseguita sino al 1492; anno dell'editto di espulsione degli ebrei dal regno delle due Sicilie. Da parte del regno di Spagna del re Ferdinando II d'Aragona e della regina consorte Isabella " la cattolica". Che obbligava la minoritaria comunità religiosa o alla conversione forzata al cattolicesimo o all'abbandono della terra stessa. Molti furono espulsi. Altresì molti furono machiavellici (ebrei nella vita privata, cattolici nella pubblica).
Da allora l'economia siciliana ebbe un drastico calo sopratutto sul piano commerciale e artigianale. Anche oltre l'unificazione d'Italia (17 marzo 1861). Che di fatto emancipava tutti i cittadini aldilà delle differenze etiche o religiose e istituiva il suffragio universale (maschile).
La comunità ebraica risorge. nella prima meta del novecento 34 famiglie ebree vivevano a Catania.
Tracce della storica e affascinante giudecca sono presenti in una delle aree più belle e caratteristiche della città: il castello Ursino. Piazza Federico di Svevia. Costruito tra il 1239 e il 1250, affianco al ghetto. Sotto le sorgive del pozzo di Gammazita antico miqweh (bagno rituale ebraico).
Affascinante notare una Menorah (candelabro a 7 braccia, rappresenta la creazione del mondo nella genesi) accanto una croce. Volta a rappresentare una convinvenza tra i due credi. Immensità.
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