Giulia si inginocchia davanti alla pietra scolpita, accarezzando con le dita i contorni logorati del simbolo inciso.
Le lettere e i numeri sembrano confusi, come se stessero svanendo, ma un numero emerge chiaro: 16.
Nonostante l’erosione del tempo, la croce e le forme scolpite sembrano trattenere un frammento di storia dimenticata. L’immagine che ha davanti le riporta alla memoria i racconti misteriosi di suo nonno, di un culto segreto e di riti nascosti praticati tra le ombre del villaggio.
Realizza che quella pietra non è altro che lo scalino davanti alla porta in legno, consumato dai passi di chi, nei secoli, è passato prima di lei. Un brivido le percorre la schiena. Qualcosa in quella pietra sembra quasi volerle parlare, rivelarle i segreti del villaggio e delle sue radici. Giulia ricorda le parole del nonno, un monito di restare lontana da certe memorie, eppure non riesce a fare a meno di voler sapere. Si sente come attratta da una forza invisibile.
Improvvisamente, un sussurro indistinto sembra sollevarsi dal silenzio. Le voci che il vento porta con sé tra gli ulivi le raccontano storie mai udite, o forse ascoltate solo da bambina e poi dimenticate. Si rende conto che non è sola: il passato la osserva, pronto a rivelarsi solo a chi ha il coraggio di risvegliare antichi segreti.
Giulia si domanda se sia pronta per scoprire cosa si nasconde dietro quel simbolo inciso nella pietra, proprio davanti a quella porta misteriosa che sembra aspettarla
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