La recessione gengivale è una condizione reversibile comune, ma sottovalutata, che riguarda il cavo orale e, nello specifico, le gengive che, appunto, tendono a recedere, ovvero a ritirarsi.
Questo problema, spesso difficile da diagnosticare nelle prime fasi, si presenta in modo graduale e spesso ce ne accorgiamo quando ci rendiamo conto di una particolare sensibilità ai denti oppure quando osserviamo dei cambiamenti relativi alla loro lunghezza.
Apparentemente sembra che i denti siano più lunghi, ma in realtà questa è una conseguenza del cambiamento della posizione delle gengive che – ritirandosi – lasciano scoperta una parte del dente. È proprio per questo motivo che si parla di recessione gengivale.
Oltre a un impatto estetico negativo, tale disturbo risulta molto problematico perché espone le radici dei denti, soprattutto dei canini e dei premolari, all'azione batterica, crea problemi di natura estetica al sorriso (soprattutto se colpisce la zona anteriore) e favorisce la sensibilità dentinale e l'alito cattivo, ma anche conseguenze più gravi, come danni allo smalto superficiale, mobilità dei denti, piorrea e ascessi, con presenza di sangue e pus.
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