Imprese pronte ad assumere, ma mancano «talenti»: nella meccanica una su 2 non trova i candidati giusti.
La notizia del sole 24 ore di Cristina Casadei fa scalpore!
Cloud Developer, Cloud Infrastructure Specialist, Data Engineer e Cybersecurity Specialist.
Sono questi i profili di cui è alla ricerca Reti di Busto Arsizio, società dell’IT Consulting, quotata all’Aim. Di qui a fine anno aprirà le porte ad altre 70 persone, dopo averne già inserite 50 lo scorso anno. Bruno Paneghini, presidente e amministratore delegato, li chiama NETworker e spiega che sono «il motore delle soluzioni innovative che realizziamo per i nostri clienti» e che sono molto richieste in questa fase di ripartenza, segnata dall’aumento degli investimenti delle aziende nei progetti di trasformazione digitale.
La storia di Reti è una delle tante di aziende che hanno in corso campagne di assunzione e, come dicono i nomi dei profili ricercati, preannuncia una maggiore selettività del mercato del lavoro post pandemia. E l’aggravarsi del gap domanda offerta.
Come spiega anche l’indagine congiunturale di Federmeccanica relativa al primo trimestre del 2021: se il 16% delle aziende dice di aver previsioni di assunzione, oltre una su 2, il 56%, non trova i candidati con le competenze giuste per un settore di cui chi studia o cerca un lavoro fatica a intercettare l’evoluzione. I segnali di ripresa, come ci dicono i dati statistici e le previsioni dei datori di lavoro, ci sono ma l’asticella per superare la porta d’ingresso si è alzata. Vediamo cosa ci dicono numeri.
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